Speroni sulla nuova giunta: «Andiamo avanti con meno entusiasmo e fiducia»

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BUSTO ARSIZIO – «Andiamo avanti, ma con meno entusiasmo e meno fiducia nei “compagni” di viaggio». A Francesco Speroni, segretario cittadino della Lega, il periodo delle vacanze non è servito per fargli smaltire il malumore di un rimpasto che, visti richieste e risultati, è stato mal digerito dal Carroccio. Che i leghisti, alla luce dei faticosi accordi raggiunti e ratificati l’altro giorno con la firma dei tre nuovi assessori, non fossero soddisfatti già lo si sapeva. Forse però, nel centrodestra cittadino, qualcuno sperava che le vacanze aiutassero a lenire la delusione politica in casa Lega. Ma così non è stato.

Poco entusiasmo e fiducia

Quella di Speroni è una sferzata. Su una maggioranza che proprio oggi ha di fatto ripreso a lavorare con la prima riunione di una giunta appena rimpastata. E che con i nuovi innesti, le lettere di intenti che il sindaco Antonelli ha scritto e inviato a ogni assessore, dava segnali di una ritrovata coesione. Una sferzata che fa capire che agosto è passato, ma i problemi politici nella sala comando di Palazzo Gilardoni no. Speroni è chiaro: «Io ho una solo parola e non mi piace fare politica con chi prima dice una cosa e poi ne fa un’altra».

Con chi ce l’ha Speroni?

Con tutti: con Forza Italia, con il sindaco e con, per dirla alla Cetto La Qualunque, “l’ingruppamento”, ovvero il gruppo dei cinque consiglieri che hanno portato in giunta Osvaldo Attolini. Ma andiamo con ordine. «Quello che non mi è piaciuto del sindaco è che ha detto dopo che la Lega ha ottenuto tutto quello che ha voluto. Cosa non vera. Invece il risultato è ben diverso. Siamo rimasti con tre assessori quando ne avevano chiesti quattro e anche le deleghe non sono toccate, come invece richiesto». Ma il segretario del Carroccio è rimasto deluso anche da Forza Italia, poiché «sul quarto assessore alla Lega prima era d’accordo e poi ha cambiato idea, come del resto i cinque consiglieri sul giro delle deleghe».

Guerra fredda

Speroni parla di calo di fiducia negli alleati di governo (cosa non certo da poco, tra l’altro), ma non di guerra: «Non abbiamo intenzione di farla. Anche se, come ebbi modo di dire prima delle ferie, è chiaro che qualcosa cambierà nei rapporti in maggioranza». Ovvero: «Diciamo che sarà un po’ come accadeva tra Salvini e Di Maio quando stavano al governo e che qualcosa di buono hanno fatto». E che tradotto potrebbe significare un periodo di guerra fredda a Palazzo Gilardoni e in una maggioranza a orologeria sempre sul punto di esplodere.

Il bene della città

Avanti con cautela insomma. E a spiegare il motivo per cui la Lega non ha puntato piedi e picchiato i pugni a costo anche della rottura del giocattolo in fase di rimpasto è sempre Speroni: «Non siamo come i grillini o come i piddini a caccia di poltrone. La Lega ha messo davanti a tutto il bene della città. Ora a segnare la rotta sarà il programma. Vediamo, da qui in avanti, cosa accadrà».

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