Sport e inclusione, gli assi Amodeo e Barlaam in cattedra al “Torno” di Castano

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CASTANO PRIMO – Ospiti d’eccezione all’Istituto “Torno” di Castano Primo gli atleti paralimpici Alberto Amodeo e Simone Barlaam, i due assi del nuoto, plurimedagliati ai Mondiali di Tokyo 2020 e di Manchester 2023 ove entrambi hanno conquistato l’oro. L’incontro, promosso dalle professoresse Piera Colombo e Patrizia Morosi, si è tenuto giovedì scorso, 21 marzo, nella nuova aula immersiva dell’istituto (nella foto). Preparato e interamente gestito dagli studenti delle classi I A e IV A del liceo scientifico, ha costituito una preziosa opportunità di riflessione sullo sport inteso come potente strumento di inclusione e coesione sociale.

Simone è nato con una malformazione al femore destro, aggravata da una frattura occorsa al momento del parto, e nei suoi primi anni di vita è stato sottoposto a numerosi interventi chirurgici; Alberto ha subìto l’amputazione della gamba destra a seguito di un incidente. Entrambi hanno saputo fare della loro disabilità uno straordinario punto di forza: lo dicono il loro sorriso, l’entusiasmo e la carica di energia positiva che riescono a trasmettere.

Intervistati dagli studenti del liceo scientifico

Singolare l’intervista condotta dagli studenti che, dopo aver proposto un breve video dedicato ai due atleti e realizzato assemblando scatti significativi della loro infanzia, dei loro successi e del profondo legame di amicizia che li unisce, basato sulla complicità e sulla comprensione reciproca, sulla condivisione di eventi e  momenti straordinari ma anche di vita comune e quotidiana, li hanno sollecitati ad evocare ricordi e  ad esprimere emozioni partendo da immagini e citazioni emblematiche del loro percorso.

I due giovani atleti si sono alternati nel raccontare e raccontarsi, descrivendo la loro giornata tipo, fatta di grande impegno e sacrificio, gli inevitabili ostacoli che entrambi hanno dovuto affrontare a causa della disabilità, l’itinerario che li ha condotti non senza fatica a maturare consapevolezza di sé e fiducia nelle proprie risorse, le difficoltà che attualmente incontrano nel conciliare sport agonistico e studio universitario (entrambi sono iscritti al Politecnico di Milano), il desiderio di misurarsi sempre in nuove sfide: li attendono i Giochi Paralimpici di Parigi che si disputeranno dal 28 agosto all’8 settembre.

Campioni in vasca e nella vita

Tuttavia, Alberto e Simone, come si evince dalle loro testimonianze, non sono solo due campioni di nuoto: sono soprattutto due giovani entusiasti della vita, che amano divertirsi e dedicare il poco tempo libero a coltivare le proprie passioni. Alberto ama la musica elettronica, fare il dj, seppure – come dice lui – «con scarsi risultati» o fare il «bimbo grande» con i mattoncini Lego. Simone invece adora disegnare, leggere, viaggiare, montare video al pc e si diletta in cucina, «più come assaggiatore – ammette – che come cuoco».

Significativo il messaggio trasmesso agli studenti del “Torno”: lo sport fa superare le differenze perché non è solo competizione ma è anche spirito di squadra, coesione e unità d’intenti, bellezza dello stare insieme, capacità di gioire dei successi dell’altro oltre che dei propri. Olimpici e paralimpici sono atleti e basta: fanno parte della stessa famiglia. Lo sport è lo stesso per tutti e anche la piscina olimpica per tutti misura sempre 50 x 25 metri. Il nuoto, del resto, ti mette a nudo, più di qualsiasi altro sport: non c’è modo, quando sei un nuotatore, di nascondere la tua disabilità; ma essere speciali significa proprio riuscire a far capire che il tuo punto debole può diventare quello di cui vai più fiero.

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