Pedopornografia a Sumirago, in aula sfilano le vittime: «Puntava alle ragazze più fragili»

SUMIRAGO – Selezionava le ragazze più fragili, le prede più indifese, con una sorta di pesca a strascico via social. E’ questa la tesi sostenuta da accusa e parti civili nel processo che vede sedere quale imputato, davanti al collegio del Tribunale di Busto Arsizio presieduto dal presidente della sezione penale Giuseppe Fazio, un 48enne di Sumirago che risponde di produzione e detenzione di materiale pedopornografico.

La “pesca a strascico” sui social

L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero milanese Francesca Gentilini, era partita dalla madre affidataria di un’adolescente con disturbo cognitivo, residente nel Varesotto, che aveva scoperto l’invio di una foto di nudo da parte della giovanissima vittima a un misterioso amico social. L’inchiesta, condotta dalla Polizia Postale, ha permesso alla procura di Milano di individuare altre 19 presunte vittime. Si tratta di ragazzine tra i 14 e i 16 anni, residenti nel Varesotto e non solo, convinte dal 48enne, secondo l’accusa, a inviargli scatti intimi in chat; per convincere le giovanissime vittime si sarebbe finto un loro coetaneo.

Vittime anche in Puglia

Oggi, martedì 8 novembre, sono state ascoltate alcune delle ragazzine adescate. Una arrivata addirittura dalla Puglia per testimoniare (non è parte civile).  «Dopo i primi messaggi su Instagram ci siamo scambiati i numeri di telefono e abbiamo continuato su WhatsApp. Qui ha iniziato a minacciare di tempestarmi di chiamate e videochiamate se non gli avessi mandato una mia foto hot. Questa cosa mi aveva messo in agitazione e io gliel’ho mandata, dopodiché l’ho bloccato». Un’altra teste, appena 12enne all’epoca dei fatti, ha testimoniato di aver bloccato immediatamente il falso profilo perché non le ispirava fiducia. Ascoltata anche un’altra delle parti civili.

“Collezione” di ragazzine

L’obiettivo del 48enne, stando agli inquirenti, sarebbe stato quello di collezionare immagini hot di minorenni. Non era in alcun modo interessato a portare il rapporto sul piano reale, tanto da rifiutare in ogni modo qualunque proposta di incontrarsi di persona. Il 29 novembre sarà l’imputato, in sede di esame, a raccontare la sua verità.

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