Sumirago, uso indebito del nome: Fondazione Missoni contro Fratelli d’Italia

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Ottavio e Rosita Missoni

SUMIRAGO – La lettera è della fine di febbraio, ma il contenuto rimane d’attualità: la famiglia di Ottavio Missoni, uno tra i più famosi stilisti scomparso undici anni fa, prende le distanze dalla locale sezione di Fratelli d’Italia. Il motivo? L’utilizzo arbitrario dell’immagine del capostipite per la mostra organizzata dai meloniani in occasione della Giornata del Ricordo, istituita per commemorare il sacrificio degli infoibati e il dramma degli esuli Giuliani e Dalmati.

Missoni, come molti sapranno, arrivò, prima a Gallarate per poi stabilirsi con la moglie Rosita proprio a Sumirago, in seguito all’esodo dalle terre che lo avevano visto nascere. Fratelli d’Italia, nei manifesti e nelle brochure che annunciavano la rassegna commemorativa, ha stampato la foto dello stilista, di fatto accostandolo indirettamente al simbolo dei meloniani. Una scelta che ha indignato Luca Missoni, uno dei figli dello stilista, il quale, a nome dell’omonima fondazione, ha preso carta e penna per diffidare gli organizzatori della mostra. Con una chiara annotazione: “Ci dissociamo dall’iniziativa e pretendiamo di essere informati preventivamente sull’utilizzo dell’immagine e del nome d Ottavio Missoni”.

Il gesto vandalico

Da sottolineare che nei giorni precedenti l’inaugurazione della mostra, tenutasi in una delle sale del Municipio di Sumirago, mani ignote hanno strappato dai manifesti il logo di Fratelli d’Italia, e solo quello. Un gesto letto come un vandalismo politico dagli esponenti del partito “messaggio inviato a Giorgia Meloni – aveva stigmatizzato il segretario di sezione Stefano Romano – un gesto a carico di ignoti che dimostra l’insofferenza verso la presenza e l’attività del nostro gruppo consiliare all’interno di Sumirago”.

La lettera

Gentile Signor Romano,

Ho saputo da fonti esterne che avete realizzato una mostra fotografica in occasione del Giorno del Ricordo, includendo anche mio padre tra i testimoni dell’esodo giuliano-dalmata nella brochure distribuita.

Mi fa piacere apprendere che si svolgano questo genere di iniziative a cui la nostra Famiglia ha da sempre collaborato, prima nella persona di mio padre, e successivamente con noi figli e nipoti, “per onorare le migliaia di vittime innocenti della ferocia umana” ma soprattutto per non dimenticare e non commettere di nuovo gli stessi errori.

Mi fa meno piacere non averlo saputo direttamente da voi, che operate nel Comune dove risiediamo e lavoriamo e che ben conoscete la storia di mio padre, al punto da averlo citato. Sicuramente nel nostro Archivio, che la nostra Sindaca che ci legge in copia ha recentemente visitato, c’è molto materiale anche su questo argomento. A questo riguardo siamo spesso contattati dai vari Comitati dell’ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), in particolare il Comitato di Varese presieduto da Pier-Maria Morresi e quello di Milano presieduto da Anna Maria Crasti per progetti riguardanti il Giorno del Ricordo, che tra l’altro vengono sempre sottoposti per conoscenza al Tavolo di Lavoro del Confine Orientale del Ministero dell’Istruzione che li coordina e li promuove.

Mi dispiace decisamente vedere il nome di mio padre e la solennità del Giorno del Ricordo associati in modo palese al simbolo di un partito politico, indifferentemente da quale esso sia, diventando in questo modo uno strumento di campagna elettorale, mentre mio padre ha sempre sostenuto in modo del tutto apolitico la conoscenza e divulgazione di questi fatti come Presidente del Libero Comune di Zara in Esilio. E’ una solennità Nazionale che di per sé non dovrebbe avere alcun colore politico.

Come Famiglia Missoni e Fondazione Ottavio e Rosita Missoni ci dissociamo quindi completamente dalla strumentalizzazione di questa iniziativa e pretendiamo di essere sempre contattati preventivamente per ogni utilizzo dell’immagine e del nome di Ottavio Missoni, riservandoci in caso contrario di intraprendere le opportune azioni legali.

Cordiali saluti

Luca Missoni