Tavolo sicurezza in prefettura: preoccupa l’ipotesi di riapertura in vista del Natale

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VARESE – I timori di una terza ondata a febbraio in caso di riapertura (da più parti ventilata) per le vacanze natalizie e la necessità di iniziare a ragionare su come convivere ancora a lungo con il virus e al contempo condurre una vita il più normale possibile. Sono state queste le tematiche affrontate al tavolo per la sicurezza convocato, oggi giovedì 19 novembre, dal prefetto Dario Caputo al quale hanno partecipato anche il presidente della Provincia di Varese Emanuele Antonelli, il sindaco di Varese Davide Galimberti e i segretari generali di Cgil Stefania Filetti, di Cisl dei Laghi Daniele Magon e di Uil Varese Antonio Massafra.

Riaprire per Natale. Ma siamo sicuri?

Più che la questione riapertura per il periodo natalizio, che compete i livelli istituzionali superiori, i presenti al tavolo hanno espresso la loro posizione su come affrontare tale decisione. Il timore, diffuso e condiviso, è che un ritorno alla normalità come se niente fosse, ammesso che i numeri nelle prossime settimane (si spera) diano conforto in tal senso, potrebbe presentare il conto tra fine gennaio e febbraio. Insomma, l’obiettivo è scongiurare la terza ondata.

Il sindaco di Varese Davide Galimberti ha commentato che «qualsiasi tipo di riapertura che si dovesse prospettare nelle prossime settimane andrà studiata e pianificata nel minimo dettaglio, a partire dai temi dei trasporti e della scuola. Se dovessero esserci i presupposti sanitari per allentare le misure dovrà essere fatto sotto la supervisione delle autorità sanitarie e con un grande impegno da parte di tutte le istituzioni».

Subito un tavolo ad hoc

«Ho chiesto – ha proseguito il sindaco – che venga istituito un tavolo permanente per impostare tutti gli scenari possibili, anche quelli di un allentamento delle misure in vista del Natale. Dobbiamo da subito pianificare le migliori azioni, e gli interventi concreti, per alcuni ambiti essenziali ad una ripresa in piena sicurezza, così da evitare o ridurre l’impatto  di una terza ondata. Con un’attenta supervisione del Prefetto e delle autorità sanitarie. I sacrifici che tutti i varesini stanno compiendo in queste settimane non possono essere vanificati. Dobbiamo farci trovare pronti ad ogni possibile scenario adottando tutte le misure per farlo in sicurezza. Dovremo convivere con il virus per parecchi mesi quindi costruiamo un progetto provinciale di convivenza».

Anche i referenti sindacali hanno proposto di «creare una rete di soggetti istituzionali e realtà del privato-sociale capace di creare sinergie e mettere in campo interventi coerenti per affrontare i vari fronti aperti dall’emergenza Coronavirus». Per Filetti, Massafra e Magon «è necessario evitare il più possibile recrudescenza dopo l’ipotizzata riapertura natalizia. Serve proseguire con un monitoraggio costante coordinato dal prefetto. Nell’urgenza è importante impiegare la curva dei contagi, ma contemporaneamente  prevedere metodologie e prassi che ci permettano nei prossimi mesi di traguardare con la maggiore serenità  la vaccinazione di massa».

Ragionare più a lungo termine

E per alzare lo sguardo a un orizzonte un più lontano del Natale l’obiettivo è quello di ragionare e progettare una lunga convivenza con il virus. Insomma la speranza è che l’arrivo e l’immediata efficacia dei vaccini sia vicina. Ma è chiaro che bisogna pensare a un Piano B, poiché tutti sperano di scongiurare una terza ondata, ma sono altrettanto convinti che, anche senza vaccini, si debba tornare a una vita quanto più normale.

E quindi i ragionamenti principali sono stati fatti su due punti deboli della seconda ondata: il ritorno a scuola (anche se i dati di Ats sui casi positivi nelle scuole sono bassissimi) e il trasporto pubblico locali. Questioni che non si possono certo ridurre a un incontro. Tanto che il prefetto Caputo ha mostrato grande disponibilità nel convocare un focus nelle prossime settimane.

«Tra le esigenze sostenute – hanno spiegato i segretari di Cgil Cisl Uil di Varese – c’è quella di un’informazione più incisiva sul territorio che promuova meglio l’autoisolamento. E’ necessaria anche la diffusione capillare negli uffici pubblici della procedura immediata da adottare in caso di congiunti con sintomi, adottando gli strumenti contrattuali e agire maggiormente con lo smart working. Per quanto poi riguarda i tamponi occorrerebbe accorciare i tempi di riconoscimento, prescrizione, prenotazione, esecuzione, processo e ritiro dei referti».

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