Trapper in carcere per rapina e odio razziale, trovato morto in cella

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Rapine e odio manifestato verso chi ha la pelle di un colore diverso e chi rappresenta lo Stato, era rinchiuso nel carcere di Pavia per scontare una condanna per rapina e odio razziale, dove ieri è stato trovato morto. Si tratta di Jordan Tinti, alias  Jordan Jeffrey Baby (sedicente trapper), originario di Bernareggio (Monza). Ieri gli agenti del penitenziario Torre del Gallo dove il 26 enne avrebbe dovuto trascorrere 4 anni e 4 mesi di reclusione per rapina aggravata dall’odio razziale, lo hanno trovato privo di vita, presumibilmente suicida per impiccagione. Ora il suo avvocato ha chiesto l’autopsia per accertare le cause del decesso. A quanto emerso Tinti, in precedenza in carcere a Monza, trasferito perché minacciato da altri detenuti, avrebbe già tentato il suicidio in precedenza.

Il carcere dopo la comunità e le sue accuse

Aveva appena finito di trascorrere un periodo in comunità, l’affidamento esterno non sarebbe andato come avrebbe dovuto, per decisione del Tribunale era rientrato in carcere, dopo essere stato arrestato nel 2022 con un altro sedicente “musicista”.
I due era stati bloccati dopo aver rapinato del suo zaino un 42 enne nigeriano, minacciandolo con un coltello,
dentro la stazione ferroviaria di Carnate (Monza).  Non solo la rapina però, ma anche gli insulti e le minacce perché “nero“. Sempre Tinti, nel 2019, è stato filmato a Napoli mentre saliva sul tetto di un’auto di pattuglia dei carabinieri e ci saltava sopra. Sempre lui fa parte del gruppo di non estimatori del lavoro dell’inviato di Striscia La Notizia Vittorio Brumotti, contro cui ha pubblicato un video di insulti

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