Il trasporto aereo fra mille incertezze

DISTANZIAMENTO A BORDO NON RICHIESTO. RYANAIR ATTACCA SUGLI AIUTI DI STATO

E’ un momento cruciale per il trasporto aereo. Il Terminal 1 di Malpensa resta chiuso. Ma si prospetta in Europa una prima riapertura delle frontiere. Il problemi sul tappeto sono 3: le misure di contenimento dell’infezione da covid che impongono le separazioni non sono compatibili con il trasporto su ali, perché la cabina di un aereo non consente distanziamenti se non attraverso una radicale diminuzione dei posti occupabili e dunque un forte aumento del costo del biglietto; la riapertura delle rotte è subordinata alla riapertura delle frontiere e alla domanda di trasporto: è evidente che se non si riaprono i voli, i passeggeri non prenotano, ma qualora si riapra una rotta su quante prenotazioni le compagnie potranno contare per avere un load factor sufficiente a giustificare il volo? Domanda che si collega a quella successiva: la crisi economica generale, soprattutto italiana, quanti denari lascia nel portafogli degli italiani, da poter spendere in viaggi all’estero? Infine, le compagnie aeree (ma non solo, anche altri settori del comparto) sono in forte crisi. E senza aiuti di Stato (vietati in UE) alcune di esse difficilmente ripartiranno.

L’UE non richiederà distanziamenti a bordo

Il primo segnale positivo in settimana è arrivato dalla Commissione Europea, che ha deciso di “non” raccomandare (e dunque di non richiedere) alle compagnie aeree di lasciare sedili vuoti tra un viaggiatore e l’altro per ridurre i rischi di contagio, perché negli aerei l’aria è “filtrata” e il flusso è “verticale”. Ha deciso di limitarsi a raccomandare l’uso di mascherine. Lo ha detto la commissaria ai Trasporti Adina Valean, presentando, in videoconferenza stampa a Bruxelles dopo il collegio dei commissari, le linee guida su “come riprendere a viaggiare in sicurezza e far ripartire il turismo europeo nel 2020 e oltre”.

Messo a terra dall’emergenza coronavirus, il traffico passeggeri delle compagnie aeree potrebbe non tornare ai livelli pre-crisi prima del 2023, ma il colpo potrebbe essere anche peggiore se gli obblighi legati alle nuove norme sanitarie dovessero rivelarsi E’ questo il monito lanciato dalla IATA, l’associazione internazionale dei trasporti aerei, in settimana. Difficilmente – dice la IATA – ci sarà “un rapido ritorno ai livelli del 2019”, e anzi “gli effetti del Covid sui viaggi aerei si sentiranno sicuramente per un certo numero di anni”. Per la IATA si potrebbe registrare uno spostamento della domanda verso voli più brevi.

Ryanair all’attacco

Ma in settimana è emersa anche la posizione di Michel O’Leary, il presidente di Ryanair, che ha paragonato i concorrenti delle low cost a “drogati” che chiedono aiuti di Stato, minacciando denunce a Bruxelles. O’Leary considera gli aiuti di Stato al settore delle compagnie aeree come una “concorrenza sleale”. “Distorceranno il mercato aereo per almeno cinque anni in Europa”, afferma. Ed è pronto ad andare “alla Corte di giustizia europea” per questi potenziali aiuti, che considera “illegali”.