Varese città di confine: c’è anche il patto tra Comune e sindacato sui frontalieri

VARESE – Firmato questa mattina il patto tra Comune e sindacati. Tra gli obiettivi: l’impiego delle risorse e la creazione di un nuovo welfare in base alle esigenze dei lavoratori

Il Comune di Varese e i sindacati CGIL, CISL e UIL, hanno firmato questa mattina (lunedì 25 settembre) l’accordo che prevede la formazione di un tavolo permanente che si occuperà delle tematiche che riguardano i lavoratori frontalieri. L’amministrazione comunale infatti si è messa subito al lavoro dopo la recente approvazione del 13 giugno 2023 della nuova legge sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri che determinerà ulteriori effetti sulla libera circolazione attraverso la frontiera con la Svizzera, attivando strumenti e risorse che potranno essere utilizzati per positive ricadute sul territorio.

Varese territorio di confine

«Varese è un territorio di confine che ospita migliaia di lavoratori frontalieri – ha detto il sindaco di Varese Davide Galimberti – e ha contribuito concretamente alla stipula del nuovo accordo. Per questo, a seguito dell’entrata in vigore della nuova legge, vogliamo con gli altri sindaci del territorio aprire un dialogo per attuare al meglio e da subito le opportunità previste dal nuovo accordo. Con il patto firmato oggi prevediamo, come prima cosa, di aprire uno sportello informativo per dare le opportune informazioni a lavoratori frontalieri e, soprattutto, recepire da loro una serie di indicazioni rispetto alle esigenze di servizi e infrastrutture. In modo così da sviluppare un nuovo welfare comunale che regoli servizi erogati dal Comune in base ai tempi e alle esigenze anche dei lavoratori frontalieri».

Gli obiettivi

Tra gli obiettivi fissati nel patto firmato oggi dal Comune e dai rappresentanti dei lavoratori ci sono alcuni punti che verranno portati avanti da subito. Si parte dalla costituzione di sportelli informativi, per lavoratori ed imprese, in merito alle norme fiscali, di sicurezza sociale, del mercato del lavoro presso le sedi comunali integrate con le realtà già esistenti implementate dalle parti sociali sul territorio. L’implementazione di azioni di welfare di frontiera attraverso interventi sui servizi offerti ai cittadini (sociali, trasporto pubblico, istruzione), volti a facilitare la conciliazione tra i tempi di lavoro ed i tempi di vita, con particolare attenzione al lavoro frontaliero. L’individuazione delle linee guida su cui focalizzare l’uso delle risorse sul territorio previste dal nuovo accordo fiscale del giugno 2023. Infine, il tavolo dovrà favorire il dialogo delle aree metropolitane italo-svizzere lungo l’area insubrica tra le grandi città di confine ai due lati della frontiera, anche in previsione della programmazione in ordine ai temi strategici di: governance transfrontaliera, mobilità sostenibile, navigabilità dei grandi laghi, coesione e competitività territoriale. Al programma di cooperazione Interreg per il periodo 2021-2027.

«Varese è la prima città a firmare questo tipo di accordo in seguito all’entrata in vigore del nuovo accordo per i lavoratori in Svizzera – ha detto la vicesindaca Ivana Perusin – In città vivono migliaia di frontalieri e rappresentano una forza lavoro importante, per questo ci stiamo muovendo in accordo con i sindacati per dare tutte le indicazioni necessarie sul nuovo contratto come avrà effetto rapporti di lavoro con la Svizzera e i lavoratori. Ma in più per sviluppare nuove opportunità a partire dai servizi come ad esempio quello degli orari delle scuole che potranno essere modulati sulla base delle esigenze di lavori dei frontalieri».

La voce dei sindacati

«Varese è la città con cui abbiamo iniziato questo dialogo che vorremmo portare ora in altre città – ha spiegato Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale dei Frontalieri della CGIL – È importante infatti che nei territori si inizi a discutere sulle linee guida per l’uso delle risorse che arriveranno a partire dal 2025, in parte dall’extra gettito e in larga parte dal fondo perequativo. Varese con la sua provincia è l’area con più frontalieri di Italia: 35mila su 120mila. All’Amministrazione comunale di abbiamo chiesto tre cose: l’apertura di uno sportello che possa dare indicazioni ai lavoratori frontalieri sul nuovo accordo e che possa illustrare servizi e opportunità per chi ogni giorno si reca in Svizzera. Ma soprattutto che qui si apra un dialogo su come impiegare al meglio sul territorio le risorse e farsi parte attiva per le altre città di confine. Questo perché a Varese c’è un’importante tradizione di dialogo con la svizzera e quindi era molto importante partire da qui». 

«Il nuovo accordo apre una nuova stagione per i comuni e i lavoratori i frontalieri – ha dichiarato Pancrazio Raimondo, segretario generale della UIL Frontalieri nazionale – Da Varese stiamo realizzando un nuovo modello di relazione permanente tra sindacati e i comuni. Soprattutto per decidere insieme nuovi strumenti per l’impiego delle risorse derivate dal nuovo accorso ma anche per una nuova modulazione dei servizi in favore dei lavoratori frontalieri.  Inoltre, molto importante è che anche nella programmazione dei progetti Interreg si ponga la giusta attenzione per il tema dei frontalieri e che si dia un ampio spazio alla cooperazione amministrativa». 

«L’accordo è importante perché pone la prima pietra per formare la nuova legge e darne una completa attuazione – ha spiegato Marco Contessa, responsabile nazionale Frontalieri per la CISL – In questo senso Varese è entrata in partita per costituire una importante sinergia con i sindaci per l’utilizzo delle risorse derivate dagli extra gettiti».

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