VARESE – Più decoro per l’area del Palazzetto di Masnago: a chiederlo è il fondatore de La Civica Mauro Gregori, che porta la questione all’attenzione dell’amministrazione. L’ex consigliere comunale varesino, che sarà candidato alle prossime elezioni per la lista “Azione con La Civica per Coletto sindaco”, ha pubblicato su Facebook le foto che testimoniano la situazione di degrado.
Sporcizia e spaccio
Dalle immagini emerge quello che risulta ormai essere un problema annoso per l’area: la presenza di rifiuti e cartacce abbandonati poco lontani dalle gradinate del palazzetto. Per Gregori si può mettere freno alla situazione con una pulizia più assidua. «È un’area che si trova a 100 metri da un fast food: tante persone vanno sulla scalinata a mangiare e poi abbandonano i rifiuti. La pulizia deve essere quotidiana, non a richiesta». C’è poi un altro problema segnalato da Gregori, quello dello spaccio. «In questa zona è la normalità, un po’ come in piazza Repubblica – spiega – la cosa avviene normalmente nel periodo scolastico anche di giorno e poi la sera e la notte, perché l’area non è illuminata, e le luci vengono accese solo in occasione delle partite. Spero che il Comune e la Pallacanestro trovino un accordo per un’accensione continuativa: è una questione che va avanti da tanti anni».
Vandalismi e verde abbandonato
Gregori segnala anche la presenza di verde in attesa di essere rimosso da tempo: «Sono state fatte delle pulizie nei parchetti dietro al Palazzetto ed è rimasto questo mucchio abbandonato da mesi». Infine i vandalismi. «Alcuni manufatti di proprietà comunale sono stati vandalizzati e fanno bella mostra di incuria e degrado». Il tema del degrado nell’area del Palazzetto non è nuovo: solo pochi mesi fa era stato l’assessore all’ambiente Dino De Simone a sfogarsi sui social contro l’inciviltà di chi abbandona rifiuti nell’area. «Avevo già risposto allora dicendo che il Comune deve fare la sua parte – ricorda Gregori – nel frattempo non è cambiato niente, anzi la situazione con il periodo estivo è peggiorata ancora».
