L’ex presidente del Varese Zeaiter e la truffa delle vacche: chiesti due anni e mezzo

varese calcio zeaiter presidente

VARESE Alì Zeaiter e l’affare dei manzi: l’ex presidente del Varese Calcio a processo davanti ai giudici del Tribunale di Lecco con l’accusa di truffa. Per il “libanese”, così fu ribattezzato per le sue origini durante il travagliato periodo di presidenza alla testa dei bianco rossi, l’accusa oggi, martedì 22 marzo, ha chiesto una condanna a 2 anni e 6mesi. La difesa punta all’assoluzione: “Nulla di penalmente rilevante a suo carico”.

Manzi per un milione di euro

La vicenda vede l’ex patron calcistico fare da intermediatore per una compra vendita di 1.600 manzi. Bestiame acquistato da un allevatore della Valmadrera e diretto in Libano (libanese è anche l’acquirente) per un valore commerciale di oltre un milione di euro. L’intermediazione va a buon fine, ma all’allevatore non arriva un euro. Zeaiter esibisce una lettera di credito di una banca londinese che certifica la disponibilità del denaro. L’allevatore sospetta sia falsa ma una certificazione bancaria ne determina l’autenticità.

Lettera di credito certificata

Il denaro, in realtà, è fermo per una contestazione tra acquirente e venditore. Il primo contesta al secondo che alcuni dei 1.600 capi imbarcati in direzione Libano siano arrivati a destinazione senza vita. In prima battuta la procura di Lecco ha chiesto l’archiviazione a carico del “libanese”. Il Gip, a fronte dell’opposizione del querelante, rinvia gli atti per nuove indagini. Che si traduco in un nuovo interrogatorio da parte del Pm a Zeaiter, che si avvale, e all’allevatore parte lesa. A quel punto, sulla scorta delle dichiarazioni ribadite dal venditore, il pubblico ministero chiude le indagini e chiede il rinvio a giudizio. “In sei mesi – spiega oggi l’avvocato Andrea Boni, difensore di Zeaiter – La procura è passata da una richiesta di archiviazione a una richiesta di condanna a 2 anni e sei mesi senza che siano emersi fatti nuovi. Il mio assistito ha avuto il solo ruolo di intermediatore. Abbiamo certificato l’autenticità della lettera di credito. Non c’è nulla di penalmente rilevante a suo carico. Al limite una questione civilistica tra compratore e acquirente”.

varese presidente zeaiter truffa – MALPENSA24