Varese riscopre don Luigi Giussani con una serata a teatro e una mostra

varese giussani camisasca
Don Luigi Giussani (a sinistra) con accanto monsignor Massimo Camisasca in un incontro a Santa Caterina del Sasso sul Lago Maggiore

di Lorenzo Coccas

VARESE – Ricordare don Luigi Giussani nel centenario della nascita e «fare incontrare» ai varesini del terzo millennio il sacerdote brianzolo, fondatore di Comunione e liberazione.

Fare memoria delle origini e documentare l’attualità del carisma all’indomani dell’udienza in piazza San Pietro, concessa da papa Francesco a migliaia giovani e adulti, laici e religiosi che si riconoscono nel movimento ecclesiale oggi radicato in oltre novanta Paesi nei cinque continenti.

Sono le coordinate di un doppio appuntamento in programma a Varese la prossima settimana, con la regia dell’associazione Fede e ragione, del centro culturale Massimiliano Kolbe e con il patrocinio di Palazzo Estense.

Lunedì 28 novembre, alle ore 21, il Teatro di piazza Repubblica ospiterà una serata dedicata alla rilettura dell’opera più conosciuta del sacerdote: “Il senso religioso”. Immagini fotografiche, filmati, una selezione di brani musicali e un’antologia di testi rilanceranno dal palco testimonianze sulla storia di Cl e istantanee della presenza del movimento in città e in provincia.

Ricorda monsignor Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia e Guastalla e primo superiore del seminario romano della Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo: «Già nell’ottobre 1955, don Giussani venne invitato a guidare quattro giorni di studio a Villa Cagnola, a Gazzada Schianno, e Varese diventò ben presto uno dei centri fondamentali della sua iniziativa. Le sue presenze in città in quegli anni non furono sporadiche: vi ritornava una o due volte al mese».

Da qualche tempo, monsignor Camisasca ha scelto di tornare a vivere sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, nel Luinese, e alterna le giornate tra lo studio, la preghiera e la partecipazione a conferenze ed eventi sulla figura del fondatore di Cl, che lui stesso in più occasioni invitò a gite e pellegrinaggi sul Verbano, in particolare all’eremo di Santa Caterina del Sasso: «Don Giussani – sottolinea – ha accompagnato la crescita verso la maturità di un numero enorme di varesini, che hanno portato dentro le loro famiglie e la loro professione l’impronta inconfondibile della loro figliolanza dal don Giuss».

Tra i primi compagni di viaggio, il giornalista e scrittore Robi Ronza. Il suo incontro con l’allora giovane sacerdote cresciuto nel seminario di Venegono Inferiore è datato 1956, in un salone della Casa della cultura di piazza Beccaria: «Fui invitato da un compagno che tirava di scherma assieme a me nella “Varesina”. Mi colpì il fatto che, benché fosse vestito con l’abito talare allora di rigore, non ci fosse niente di clericale nel suo modo di esprimersi e di ragionare, niente di pretesco, niente di formale. Si avvertiva che, in forza della sua fede, la sua vita era intensa e bella».

Fu la scintilla di un’amicizia mai interrotta.

«Credo che don Giussani ci abbia comunicato con il suo entusiasmo nient’altro che gli aspetti fondamentali del fatto cristiano, così come la tradizione della Chiesa li ha sempre testimoniati» annota Carlo Alberto Petroni, che incrociò Giussani a cena in una casa di Varese e oggi guida il movimento di Cl in città e nel nord della provincia.

Lunedì prossimo Petroni avrà il compito di introdurre la serata sotto i riflettori di piazza Repubblica a cui seguirà, mercoledì 30 novembre, alle ore 18, l’inaugurazione dell’allestimento varesino della mostra “Giussani 100” presentata in agosto al Meeting di Rimini e ora riproposta con ingresso libero nella sede di “VareseVive” in via San Francesco 26: un percorso tra contributi audio e registrazioni video che, fino a domenica 4 dicembre, tutti i giorni dalle 10 alle 20 «offrirà ai visitatori la possibilità di conoscere o riscoprire don Giuss e i luoghi della sua vita».

varese giussani camisasca – MALPENSA24