Vendesi Agesp Energia: vale 41 milioni. «Scelta quasi obbligata. E non si svende»

BUSTO ARSIZIO – «Una decisione quasi obbligata. Ma Agesp Energia non verrà svenduta». Così il sindaco Emanuele Antonelli, in commissione bilancio, spiega l’operazione che porterà a mettere sul mercato il 70% della società di commercializzazione di luce e gas del Gruppo Agesp. Valutata 41,7 milioni, al netto del debito, in base alla perizia fatta dal professor Angelo Miglietta. «Coi se oggi non si può amministrare -afferma, rispondendo ai dubbi arrivati dalle opposizioni, ma anche dalla sua maggioranza – io avrei venduto anche il 100%, ma le clausole ci garantiranno una certa sicurezza».

Antonelli: «Mi scuso ma non mi scuso»

Il sindaco risponde alle polemiche dell’opposizione sui tempi stretti per una scelta così delicata e importante. «Mi scuso ma non mi scuso, fino a lunedì anche noi non avevamo la delibera. Poi sta a voi crederci – il riferimento è al PD – ma le cose sono precipitate ultimamente, è una decisione presa solo negli ultimi mesi. Questa guerra del gas ha rovinato tutti i piani, a partire dall’improvviso ritiro del fornitore Alpherg, a cui abbiamo fatto causa. C’è stato anche il timore di non scaldare le case, per fortuna scongiurato. Ma siamo in una situazione in cui non sappiamo che cosa può succedere domani». Dunque, non si poteva fare altrimenti.

La scelta

È stato il direttore generale del gruppo Agesp Gianfranco Carraro a inquadrare la situazione, con un lungo intervento durato 50 minuti, e a spiegare le motivazioni della proposta di valutare la cessione di quote di Agesp Energia, che «il 16 novembre 2022» ha avuto il via libera a procedere da parte dell’amministrazione. Numerosi i fattori che hanno determinato questa scelta. Il caso Alpherg che ha costretto Agesp Energia ad «accollarsi extracosti per l’approvvigionamento di gas, senza mai ricaricare sugli utenti come altri “big” oggi sotto inchiesta, e salvaguardando in primis le utenze di Busto Arsizio». Il fatto che il teleriscaldamento «è a saturazione e non può soddisfare le esigenze che ci sono a Busto. C’è la necessità di trovare un partner per ampliare la parte industriale della rete». E le nuove condizioni di mercato: «Dai pagamenti a 60-75 giorni ora si paga anticipatamente e ogni settimana Agesp Energia deve mettere sul piatto 3 milioni di euro per avere il gas della settimana successiva. Tutte le realtà come Agesp sono in una situazione di pressing finanziario incredibile». Così si è arrivati a ipotizzare la vendita del 70%, pur con diverse garanzie per un periodo di tre anni: «Diritto di vendita del restante 30% a condizioni predefinite, clausola di salvaguardia per il personale, marchio e sede sul territorio e rapporti di service con la capogruppo Agesp».

La stima

La perizia del professor Angelo Miglietta arriva a definire un valore della società pari a 46,5 milioni di euro, che tolto l’importo del debito netto viene fissato a 41,7 milioni di euro. «Sulla base di un piano industriale ragionato, non azzardato – chiarisce l’economista, prorettore dell’università IULM e già segretario generale della Fondazione Cariplo – è una società solida e la stima è robusta, non fatta per la negoziazione ma per un valore “normale”, tanto che astrae la valutazione dal valore aggiunto di successivi investimenti e ottimizzazioni». Sottolineando anche, rispondendo ad una domanda del consigliere Santo Cascio (Progetto in Comune) che «la contingenza attuale non impatta» sul valore dell’azienda, mentre, a domanda del presidente di commissione Simone Orsi, fa notare che invece Agesp Energia «potrebbe acquisire valore» se si aggiudicherà il bando PNRR per allacciare la rete di teleriscaldamento a Neutalia.

Il dibattito

Qualche dubbio, ma soprattutto diverse domande, arrivano dai gruppi di opposizione, ma anche dalla maggioranza, con il consigliere della Lista Antonelli Matteo Sabba che chiede «che senso ha avere una quota minoritaria», dopo aver premesso di essere «politicamente allergico a vendere asset strategici». Il capogruppo della civica del sindaco Marco Lanza però parla di «situazione esiziale, quasi irreparabile» e di «impossibilità a concorrere in un mercato di big», mentre l’assessore leghista Paola Reguzzoni punta il dito contro l’Europa che «impone le liberalizzazioni». Il capogruppo PD Maurizio Maggioni avanza il dubbio che «se la situazione è così critica rischiamo la svendita», mentre il segretario cittadino Dem Paolo Pedotti si chiede «quanto impatterà sul gruppo Agesp». L’ex sindaco Gigi Farioli invoca «attenzione, il nodo grosso è come essere in grado di far reggere la strategicità di Agesp nel processo di valorizzazione dell’economia circolare». Il consigliere di PRL Emanuele Fiore chiede «cosa succederà al personale dopo tre anni», mentre il capogruppo di BaC Gianluca Castiglioni vuole sapere «come verrà utilizzato quanto introitato dalla vendita».

Le risposte

Su quest’ultimo punto il sindaco Antonelli rivela che i proventi della vendita, oltre a mettere in sicurezza la società, permetteranno «investimenti sul forno crematorio e sulle comunità energetiche, che genereranno nuovi asset per Agesp». E chiarisce che «le clausole ci garantiranno una certa sicurezza, sia per investire e allargare la rete di teleriscaldamento a tutta la città, sia per un passaggio graduale anche per i dipendenti». Qui parte una frecciata verso l’opposizione: «Non ho visto altrettanta preoccupazione per i dipendenti di Accam, non gliene fregava niente». La chiosa è per l’amministratore unico di Agesp Energia Giuseppina Basalari: «Non abbiamo lasciato nulla di intentato. In caso di vendita, si aprirà un percorso condiviso. Ma per i clienti non cambierà nulla».

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