VISTO&RIVISTO Cronaca (cruda e vera) di una morte annunciata

minchella moro bellocchio

di Andrea Minchella

VISTO

ESTERNO NOTTE- PARTE 1, di Marco Bellocchio (Italia- Francia 2022, 160 min.).

Non ci si stuferà mai di assistere alla narrazione di uno degli eventi più tragici e opachi della nostra storia recente. Se poi il narratore è Marco Bellocchio, che ha sempre dichiarato una certa ossessione per la vicenda del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro, allora il risultato è potente, evocativo, onirico ma soprattutto maniacale nella ricostruzione storica e sociale. Bellocchio, infatti, vuole fare sì luce sulle dinamiche che hanno portato lo Stato a fallire completamente nelle trattative per la liberazione dello statista democristiano, ma desidera anche fornirci un’analisi più intima e personale delle vicende umane di tutti i protagonisti coinvolti nei tragici momenti terminati con il ritrovamento del corpo di Moro in via Caetani.

Bellocchio, dopo il sussurrato documentario sulla morte del fratello Camillo, torna al cinema con un rumoroso ed ingombrante racconto che non fa sconti a nessuno ma che non vuole giudicare l’operato di nessuno. Il regista piacentino intende scavare nelle difficili scelte che furono prese durante i cinquanta cinque giorni di prigionia. Andreotti, Zaccagnini, Cossiga e Papa Paolo VI diventano anime che assorbono la tensione storica che cambierà per sempre il nostro paese. Aldo Moro, che qui viene egregiamente interpretato da Fabrizio Gifuni, viene dipinto con pacata dolcezza che si stacca dallo schermo per avvolgere completamente lo spettatore. I suoi movimenti, le sue parole, i suoi gesti, diventano epica universale dell’uomo che vorremmo oggi al comando del nostro paese. Moro e la sua politica diventano chiaramente antidoto alla confusione e alla distorsione che il nostro paese sta vivendo in questi anni.

Quel passato ormai lontano ci appare come un’avanguardia politica che sarebbe in grado di rimettere a posto tante storture endemiche del nostro presente. Bellocchio, che immagina un Moro liberato, come accadde già nel suo visionario “Buongiorno, Notte”, racconta Aldo Moro pochi giorni prima del suo rapimento. Ne descrive ogni passaggio che il presidente della Democrazia Cristiana deve compiere per dare vita ad un governo appoggiato anche dai comunisti di Berlinguer. Il film poi si concentra su due figure chiave dell’intera vicenda. Bellocchio si insinua con estrema dolcezza ma anche con schietta sincerità nelle anime contorte e ferite di Francesco Cossiga, un potente Fausto Russo Alesi, e di Papa Paolo VI, un Toni Servillo che sembra aver clonato la voce flebile e sussurrata del malato papa.

Cossiga vive come un’alienazione l’intera tragedia. Lui, come tutto il paese, è combattuto tra la voglia di liberarlo ad ogni costo, e la fermezza che uno stato deve mantenere per trattare con dei criminali assassini. Questa schizofrenia politica mette a dura prova l’anima e il corpo di un uomo la cui vita privata sembra aver ceduto il passo ad una ingombrante ed esclusiva vita pubblica. Papa Paolo VI poi, seppur critico nelle visioni politiche moderne ed innovative di Moro, viene travolto emotivamente e fisicamente da un atto così violento ed ingiustificabile nei confronti di una persona che ritiene essere quasi angelica e divina. La sua ostinazione nel volerlo liberare sembra, in certi momenti, offuscare la sua saggezza e la sua lucidità.

Bellocchio, dunque, realizza un necessario e puntuale racconto di Moro e di un’Italia che è scomparsa insieme allo statista democristiano. Un racconto, “Esterno Notte”, che ci mette davanti lo specchio in cui ancora vivide si muovono le ombre di un evento che ha cambiato per sempre la coscienza collettiva e le coscienze individuali di un popolo che si è scoperto vulnerabile, abbandonato e orfano. Attendiamo con dolce ansia la seconda parte che uscirà nelle sale il nove Giugno.

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RIVISTO

PIAZZA DELLE CINQUE LUNE, di Renzo Martinelli (Italia- Regno Unito 2003, 123 min.).

Il bravo Martinelli immagine e inventa prendendo il rapimento Moro come punto di partenza. La storia e la fantasia si intrecciano con stile attorno ad una vicenda che ancora oggi non sembra avere restituito alla storia tutti i suoi connotati più nascosti.

Martinelli vuole riempire i mille vuoti di un evento che ha violentemente modificato il percorso democratico e pacifico dell’Italia. Un cast internazionale e preparato trasforma un progetto ambizioso in un racconto, seppur in qualche tratto sbavato e superficiale, puntuale e avvincente.

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