A Busto dilaga la rivolta dei genitori No Dad: «Ridateci la scuola in presenza»

BUSTO ARSIZIO – «Vogliamo la scuola in presenza, indipendentemente dai colori delle regioni». I genitori “No Dad” non ci stanno ad accettare le chiusure degli istituti e si mobilitano per il rientro a scuola dei loro figli. Ieri, 12 marzo, ha fatto da apripista alla rivolta contro la Didattica a Distanza un “girotondo” pacifico alla scuola primaria Pieve di Cadore di Sant’Edoardo, ma sono comparsi anche disegni fuori dai cancelli alla scuola dell’infanzia Collodi di Madonna Regina e per martedì 16 marzo è stata organizzata un’altra mobilitazione dei genitori dell’istituto De Amicis di San Michele e Madonna Regina, all’insegna dello slogan “Giù le mani dalla nostra scuola”.

Dilaga la rivolta contro la Dad

In principio erano stati gli studenti del liceo artistico Candiani, scesi in strada davanti all’istituto per rivendicare il diritto a fare lezione in presenza. Ora, dopo l’ordinanza di Regione Lombardia sull’arancione rafforzato che dalla sera alla mattina ha imposto la chiusura delle scuole materne, elementari e medie, la protesta contro la Didattica a Distanza sta dilagando anche a Busto, con numerose mobilitazioni in vari plessi. «La scuola è un luogo sicuro» rivendicano i genitori. E in ogni caso «chi governa aveva il dovere di trovare un modo per far funzionare le scuole dopo più di un anno dalla prima chiusura. Anche in zona rossa». Anche perché, parole sentite alle Pieve di Cadore, «in Italia si dà per scontato che le mamme possono stare a casa per accudire i bambini».

Il “girotondo” a Sant’Edoardo

È Raffaella D’Ovidio, una delle mamme i cui figli frequentano la primaria Pieve di Cadore di Sant’Edoardo, a farsi portavoce della mobilitazione. Un girotondo, rigorosamente statico come impongono le norme del Dpcm, fuori dai cancelli dell’istituto, che ha raccolto un centinaio di persone tra genitori e bambini, con qualche cartello e qualche fischietto. Un’iniziativa nata da un gruppo di genitori che si è costituito spontaneamente per protestare contro le chiusure, che «penalizzano le famiglie». Anche perché alle Pieve di Cadore nessuna classe è mai finita in quarantena, se non casi individuali, e «la sicurezza è sempre stata tutelata – spiega Raffaella D’Ovidio – i bambini hanno fatto sacrifici per adeguarsi: tutto il giorno con la mascherina, continuamente igienizzati, con rigidi orari e movimenti, in giardino almeno due volte al giorno».

«Vogliamo la scuola in presenza»

«Dopo mesi di sacrifici da parte di tutti, vedersi chiudere il cancello della scuola ci è parso ingiusto e, a nostro parere, sbagliato nell’ottica della gestione della pandemia – la voce dei genitori “No Dad” delle Pieve di Cadore – la scuola è non solo luogo di acquisizione di conoscenze, ma anche di socialità dove la relazione ha una fortissima influenza sull’apprendimento, la scuola è anche un luogo di inclusione in cui i bambini hanno tutti le stesse possibilità di apprendimento, a prescindere dalle condizioni socio-economiche della famiglia di appartenenza. Tutto ciò viene a mancare nella Didattica A Distanza e non può quindi essere considerata una valida alternativa alla scuola in presenza se non per periodi brevi e in situazioni estreme».

“Giù le mani dalla nostra scuola”

Alla scuola materna Collodi di via Bonsignora a Madonna Regina, la protesta “No Dad” contro le scuole chiuse è stata fatta ricorrendo ai disegni dei bambini, appesi al cancello chiuso del plesso. Un’altra mobilitazione è stata annunciata dai comitati genitori dell’istituto comprensivo De Amicis che comprende, oltre alle medie De Amicis, le primarie Pascoli e Pontida e la materna Collodi. Appuntamento per martedì 16 marzo alle 13 fuori dai cancelli della sede principale dell’istituto, in via Pastrengo. “Vieni anche tu e grida con noi: giù le mani dalla scuola” si legge sul volantino diffuso in questi giorni.

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