Olgiate, Villa Gonzaga diventa un cantiere. La sala dei Capitani tornerà a splendere

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OLGIATE OLONA – «A metà gennaio partono i lavori di recupero del piano terreno di Villa Gonzaga. L’obiettivo è recuperare la sala dei Capitani, farla diventare un centro per la cultura e metterla a disposizione degli olgiatesi». Ad annunciare l’inizio dei lavori è il consigliere delegato al Patrimonio Paolo Maccabei.

Ci vorranno circa 8 mesi di cantiere prima di poter vedere riqualificato un altro pezzo di Villa Gonzaga. Il recupero di questo patrimonio è un lavoro lento e costoso che dura ormai da quasi vent’anni e da più amministrazioni. In passato, infatti, gli interventi sono stati concentrati sul consolidamento statico e sul rifacimento della copertura, per porre così fine agli anni di sversamento dell’acqua piovana e alle infiltrazioni. Il recupero della sala Alba, quella con i muri dipinti dal Rubino, è stato il primo segno tangibile anche alla gente che la storica dimora finalmente è tornata a essere patrimonio godile e vivibile a tutti.

«Ma con i lavori alla sala Capitani faremo di più», promette Maccabei. «In programma ci sono opere di ripulitura, ma anche il restauro dei controsoffitti e la pavimentazione che risalgono al settecento e  la realizzazione degli impianti di riscaldamento e raffreddamento, oltre che di un bagno. Recupereremo circa 300 metri quadrati di interni e li metteremo a disposizione per mostre, conferenze, incontri, presentazioni di libri. Insomma vogliamo che questo luogo diventi davvero punto di riferimento per Olgiate e gli olgiatesi».

Maccabei poi ci mette una punta polemica legata all’attacco di Chicco Vettori, l’ex assessore della giunta Volpi, che qualche giorno fa non è stato tenero con gli attuali amministratori: «Una volta finiti i lavori potremo dire che l’amministrazione Montano è stata l’unica a mettere realmente a disposizione della gente un comparto di Villa Gonzaga. Certo da tempo è stata recuperata la sala Alba, ma senza nemmeno fare gli impianti di riscaldamento e raffreddamento che invece sarebbero necessari per la conservazione delle opere. Insomma, mi pare che chi pecca di poca progettualità non siamo certo noi»

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