Amici dell’Olona: «Nessuna vera indagine sulla moria di pesci nel fiume»

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LEGNANO – Una indagine «approssimativa, tardiva e insufficiente» che come tale «non ha condotto ad alcun risultato». L’associazione Amici dell’Olona stronca l’indagine condotta dalla Regione tramite la sua agenzia Arpa e conclude con ironia: «Adesso è ufficiale, i pesci sono annegati». Il giudizio arriva sulla base dei documenti ottenuti tramite il commissario straordinario di Legnano, Cristiana Cirelli, dopo l’imponente moria di pesci nel fiume avvenuta il 3 luglio. «Le migliaia di carcasse – commentano gli Amici dell’Olona – trasportate dalla corrente a Legnano non hanno suscitato il doveroso allarme, anche se potevano essere la conseguenza di un avvelenamento avvenuto da Solbiate in su e nonostante la moria a Legnano avesse causato anche il decesso di mammiferi, quali le pantegane, e quindi poteva minare la salute pubblica».

Allarme tardivo e analisi inconcludenti

Dai documenti pervenuti dal commissario e divulgati dall’associazione emerge il ritardo con cui la macchina degli accertamenti si è messa in moto. La Polizia locale di Legnano ha informato di quanto stava accadendo la Protezione civile alle ore 16.00 del giorno 4, sabato, dopo che alcuni passanti avevano segnalato che nel tratto del fiume lungo il parco Falcone e Borsellino galleggiavano molti pesci morti. La Protezione civile a sua volta ha attivato l’Arpa che ha subito svolto un sopralluogo. «L’acqua – si legge nella relazione dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente – era limpida e non presentava maleodorazioni. Si è provveduto ad effettuare una misurazione dei parametri di base dell’acqua tramite sonda multiparametrica riscontrando i valori nella norma», come temperatura (risultata di 23,7°), ph (8,06), saturazione di ossigeno (92,3%) e ossigeno disciolto (7,65 milligrammi per litro). Nel pomeriggio dello stesso giorno, il dipartimento veterinario dell’Ats ha effettuato un campionamento dei pesci morti in piazza Carroccio, sempre a Legnano, sottoponendolo poi ad analisi: queste non hanno riscontrato la presenza di alcuna delle sostanze tossiche «fra quelle ricercate» e ha escluso cause infettive.

«Regione responsabile»

La Polizia locale di Legnano ha riscontrato che i pesci morti erano presenti dal confine di Castellanza e li ha quindi segnalati all’Arpa di Varese. «Il reperibile competente per il territorio di Varese – informa il dipartimento Arpa di Milano-Monza e Brianza – ha confermato che in mattinata aveva avuto una segnalazione dal sindaco di Castellanza per lo stesso inconveniente» e ha comunicato che erano in corso accertamenti insieme alla Polizia locale. Non è dato conoscere di quali accertamenti si sia trattato, né quali siano stati i risultati. «Siamo ragionevolmente certi – traggono le conclusioni gli Amici dell’Olona – che si sia trattato di un avvelenamento episodico che ha sterminato la fauna ittica solo in un tratto di fiume, visto che a Legnano i pesci locali nuotavano vispi tra le carcasse. L’Arpa è intervenuta con il consueto ritardo e ha analizzato l’acqua del fiume trovandola in condizioni normali. Avrebbe dovuto comprendere che il fiume scorre e che dopo più di 24 ore era impossibile trovare traccia del veleno. Ha fatto inoltre analizzare le carcasse ricercando solo alcuni elementi che non sono stati reperiti e rinunciando a ulteriori indagini. Se la strage fosse stata per caso dovuta al PCB, con questo sistema non l’avrebbero reperito. I burocrati che si sono occupati della questione hanno chiuso la pratica convinti di avere fatto il loro dovere. Non è così! Non dovrebbero avere la coscienza tranquilla nemmeno i politici e gli alti funzionari della Regione che hanno la responsabilità morale e politica di non aver voluto un’efficiente servizio di polizia fluviale. Tutto sommato è più comodo non scoprire chi ha avvelenato il nostro fiume».

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