Strage di pesci nell’Olona a Legnano: le vedette del fiume lanciano l’SOS

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LEGNANO – Centinaia di pesci morti: stanno passando in queste ore lungo l’Olona nel medio tratto del fiume, all’altezza di Legnano. L’allarme è stato lanciato dalle “vedette dell’Olona”, che stanno cercando di risalire alla causa della moria per individuare gli eventuali responsabili. «I primi avvistamenti – riferisce l’associazione Amici dell’Olona che organizza il monitoraggio volontario del fiume – risalgono a ieri sera, venerdì 3 luglio. Le vedette dell’Olona stanno ispezionando il fiume. Abbiamo notizia di un inquinamento che per qualche ora ha reso bianco il fiume giovedì verso Varese. Il consigliere comunale di Castellanza con la delega all’ambiente Flavio Castiglioni, oltre a verificare la situazione ha informato l’ARPA di Varese. Abramo Giusto sta perlustrando il fiume in bicicletta e Maurizio Finocchiaro ha scattato una foto (quella sopra, nda) e ha verificato la situazione a Legnano». Gli Amici dell’Olona invitano chiunque abbia notizie o disponga di foto o di filmati a trasmetterli all’associazione. Un nostro lettore ci ha inviato la fotografia qui sotto, scattata intorno alle ore 13.00 di oggi in via Guerciotti a Legnano.

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Due settimane fa acque bianche da Parabiago a Nerviano

«Abramo e Flavio – riferisce il presidente degli Amici dell’Olona, Franco Brumana – hanno risalito il fiume e hanno visto i cadaveri dei pesci fino a legnano pesci morti olonamonte di Solbiate Olona. Nel tratto superiore alcuni pesci morti giacciono sul fondo e quindi il decesso può essere fatto risalire anche a giorni addietro. A questo punto prende credibilità la connessione con l’inquinamento di giovedì a Varese, dove sono in corso scavi dell’ENEL in cui viene usata per la perforazione la bentonite, un fango altamente tossico di colore biancastro. Il fiume era infatti diventato dello stesso colore. Questo veleno può aver avuto effetti ritardati sui pesci che l’hanno ingerito». Sono in corso indagini dei carabinieri. Di colore bianco l’Olona era diventato anche un paio di settimane fa, tra Parabiago e Nerviano. L’insolito fenomeno era durato almeno mezz’ora. Una delle aziende sospettate di uno sversamento in violazione alle norme di tutela dell’ambiente aveva smentito la propria responsabilità, come pure CAP Holding, secondo la quale i depuratori da essa gestiti lungo il corso d’acqua avevano funzionato regolarmente. 

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