Giovanni Storti riapre l’ex Porraneo di Arsago: «Non è Los Angeles ma conta»

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ARSAGO SEPRIO – «Sono stato in una provetta per tre mesi e sono così», ha scherzato oggi, sabato 15 aprile, Giovanni Storti, membro del celebre trio insieme ad Aldo e Giacomo, in occasione dell’inaugurazione ad Arsago Seprio della sede di Manima in quello che in passato è stato l’asilo Porraneo. «Prima gli osteopati vagavano tristi e poveri per la provincia ma ora c’è questo posto, e non è poco. Non si trova a Los Angeles ma è importante: è un grande risultato, un onore e una soddisfazione. Grazie a tutti».

Un polo a trecentosessanta gradi per i più piccoli

Nel cortile esterno il sindaco Fabio Montagnoli ha ripercorso la storia dell’edificio, trasformato in un polo a trecentosessanta gradi per i più piccoli: «Grazie al lascito testamentario da parte di Achille Porraneo di 25mila lire nel 1888 ha permesso a tanti bambini di muovere i primi passi; la fondazione a lui intitolata, nata nel 2003, ha dedicato le sue strutture ai bambini in età prescolare. Ora il progetto si suddivide in tre fasi: la nuova sede di Manima, il centro per l’infanzia “Piero Teruzzi” e sei ambulatori per medici di base e osteopati». Tra le autorità erano presenti anche il consigliere regionale Emanuele Monti, l’ex consigliere Francesca Brianza e il sindaco di Casorate Sempione Dimitri Cassani.

Fabio Vismara

Donare le mani ai più fragili

«Il sindaco ha sempre creduto in noi: ringrazio lui e i volontari, sono quasi sessanta quelli coinvolti», ha dichiarato Luca Vismara, presidente dell’associazione che si occupa di fornire cure osteopatiche ai neonati prematuri o con disabilità. «Abbiamo la fortuna di avere una normalità, un lavoro: forse a qualcuno potrà sembrare noioso ma fa sì che noi possiamo donare qualcosa agli altri, doniamo le nostre mani. Ringrazio anche Monica Vanoni e i suoi genitori, che ci hanno aperto le porte di questo luogo, Giovanni per averci sostenuto fin dall’inizio e il professore Massimo Agosti: ora è facile ma nel 2012 puntare sulla terapia intensiva neonatale era da illuminati. Noi ci abbiamo portato l’osteopatia e adesso la doniamo ai più fragili».

Massimo Agosti

Il motto è “no separation”

Come ha ricordato il pediatra e docente dell’Università dell’Insubria, «dal 2010 in poi ci siamo trovati in un momento in cui avevamo capito che riuscivamo a salvare sempre più bambini nati prematuri ma si poneva anche il problema di come li consegnavamo: serviva una serie di cose per renderli sempre meno figli delle macchine. Ora – ha spiegato Agosti – il motto è “no separation”: non basta salvare uno di questi neonati ma bisogna anche farlo stare insieme alle altre persone: il padre e la madre, ma anche coloro che donano bellezza alle cure, per rendere più vivibile la loro vita». L’ex asilo prosegue dunque, come ha osservato don Giuseppe, verso la finalità per cui era stato previsto; «un ulteriore arricchimento per una provincia che guarda ai bambini come quella di Varese – così Cecilia Carangi, consigliere che ha portato i saluti del presidente Marco Magrini – sempre più importante a livello regionale ed europeo dal punto di vista della pediatria».

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