Arte e cucina si incontrano al Tavolo Unico a Busto, tra sapori e bellezza

Serena Colombo e Massimiliano Babila Cagelli con la vicesindaco Manuela Maffioli

BUSTO ARSIZIO – Un ristorante ricercato immerso in una galleria d’arte. In una villa di pregio di Busto Arsizio, la casa di famiglia di chef Massimiliano Babila Cagelli in via Bellini, vicino alla Caserma dei Carabinieri, ha aperto Tavolo Unico, una nuova, originale e ambiziosa attività di ristorazione avviata insieme alla curatrice d’arte Serena Colombo. Cinque sale, dedicate ad artisti e scrittori, con opere d’arte e libri d’epoca, ciascuna con un unico tavolo riservato, per offrire un’accoglienza insieme ricercata e familiare. E un menù degustazione in cui ogni portata è pensata e curata a sua volta come fosse una piccola opera d’arte, per coinvolgere i commensali in un’esperienza culinaria e artistica, appunto, unica.

Tra sapori e bellezza

Sembra Milano ma è Busto Arsizio. E la vicesindaco e assessore Manuela Maffioli plaude all’ennesima novità nel mondo del commercio bustocco che guarda oltre i confini, ad attrarre clientela anche fuori città. Dopo mesi di sperimentazione, con lo spettro dei lockdown, Tavolo Unico ha iniziato a riempire le proprie sale, con una lista d’attesa che suggerisce la prenotazione per tempo. Alle pareti capolavori e pezzi di storia che rimandano, tra gli altri, a Michelangelo e a Dante, una collezione permanente che contamina “alto e basso” (ci sono anche la versione di Topolino della Divina Commedia e la collezione di DVD della “cameretta” dello chef) si affianca all’esposizione temporanea nella sala Simposio, quella che accoglie gli ospiti al piano terra, in questo momento opere di Chicco Colombo, autore del territorio.

I protagonisti

Serena Colombo e Massimiliano Babila Cagelli

Un’originale proposta che nasce dall’incontro tra due personalità conosciute in città: lo chef Massimiliano Babila Cagelli, che da nuotatore è stato sette volte campione tricolore ma anche primatista italiano dei 200 rana prima di dedicarsi all’attività di consulenza e alla cucina (è stato sous chef di Simone Salvini, già executive chef del ristorante stellato Joia di Milano), e la curatrice e storica dell’arte Serena Colombo, coordinatrice della rassegna Uno Spazio per l’Arte al museo di Palazzo Cicogna e già docente di storia dell’arte all’università dell’Insubria.

I precedenti

Una collaborazione che ha dato vita prima ad un blog su arte e cucina, poi ad un profilo Instagram, quindi ad un libro “Anche Van Gogh mangiava le cozze-ricette palindrome di arte culinaria”, un ricettario che è insieme viaggio culinario ed esperienza artistica: un percorso che ha portato all’idea di Tavolo Unico, che condensa «scelte legate alla nostra storia e alle opere» esposte sulle pareti del ristorante.

I piatti

Alcuni piatti di Tavolo Unico: da sinistra, “Tonno vitellato”, “Risotto Gadda 1959” e “Carbonara al Tartufo”

Nel menu degustazione, composto da una quindicina di portate, «nulla è tirato per i capelli, ogni piatto ha una storia e un motivo» per essere proposto. Dal risotto 1959, che rimanda al grande scrittore milanese Carlo Emilio Gadda, al croccantino di foie gras d’oie all’Armagnac 1940 e de canard all’Armagnac 1970 (gli anni di nascita di Cagelli e di suo padre), fino alle creazioni dedicate alla città di Busto Arsizio, una rivisitazione della Polenta e Bruscitti (Polenta taragna di Gemonio, bruscitti con chianina e lardo di colonnata) e la “Casoeûla 88°.

Un locale unico

Tra le caratteristiche uniche del locale, da un lato c’è il fatto che «la capienza massima, a fronte di circa quaranta posti a sedere, è limitata, per scelta, a circa venti ospiti divisi tra le varie sale – spiegano Cagelli e Colombo – questo per preservare il desiderio che ciascuno sia al centro di un’esperienza unica. Da qui TU, acronimo di Tavolo Unico». Dall’altro, anche la scelta di «proporre lo stesso piatto anche a chi ha intolleranze alimentari o preferenze alimentari particolari»: lavorando sugli ingredienti alternativi, lo chef si impegna a mantenere inalterata l’esperienza gustativa ed estetica anche se, ad esempio, uno dei commensali è celiaco. Questo anche grazie all’esperienza acquisita da chef Cagelli in ambito di cucina plant based (vegetale, vegetariana e vegana), in particolare lavorando al fianco di Simone Salvini.

«Attrattiva anche fuori dai confini»

«Un posto unico ed esclusivo che può portare lustro alla città, una realtà speciale che può rivelarsi attrattiva per un pubblico non solo bustocco – lo definisce la vicesindaco e assessore alla cultura e allo sviluppo economico Manuela Maffioli – tra l’altro il connubio tra arte e ristorazione è una sintesi perfetta delle mie deleghe, ma l’amministrazione è vicina a tutti coloro che investono nello sviluppo economico della città, e a cui auguriamo grande successo».

Le sale di Tavolo Unico

Da sinistra, la Sala Dante e la Sala Dalì

Al primo piano, nella sala Dalì, si gode di un’atmosfera raffinata, che rimanda alle opere dell’artista spagnolo (sala adatta a 2-8 commensali). La sala Michelangelo offre un viaggio di gusto e vista, accompagnati piatto dopo piatto dal potente pennello di Michelangelo nella cappella Sistina (sala adatta a 2-6 commensali). Quello della sala Dante è infine un tavolo intimo, per degustare il nostro menù immersi nell’atmosfera della Divina Commedia (sala adatta a 2-3 commensali). Al piano terreno, il salone Simposio offre la possibilità di condividere l’esperienza di gusto in un gruppo più ampio (sala adatta a 8-20 persone). Più familiare il tavolo Vasari, nella cantina dei vini, il cuore conviviale di Tavolo Unico. Ci si può fermare per l’aperitivo o per l’intera cena, e si possono degustare vini italiani ed esteri accuratamente selezionati.

busto arsizio tavolo unico – MALPENSA24