Besnate, telecamere al parco dopo gli atti vandalici. L’amarezza del sindaco

BESNATE – Ripristinati i servizi igienici al parco Aldo Moro e nuove telecamere installate per prevenire ulteriori atti vandalici. Besnate investe sulla sicurezza e punta a garantire il decoro. Soprattutto dopo l’episodio dello scorso autunno – l’ultimo, ma non l’unico – che ha interessato uno degli angoli verdi più frequentati in paese. Lo rende noto il sindaco Giovanni Corbo, che non nasconde però il suo senso di amarezza: «Non è bello installare nuovi impianti di videosorveglianza per monitorare la proprietà pubblica: è la conseguenza di una lacuna culturale che va assolutamente colmata».

Atti vandalici

Un passo indietro. Come detto, lo scorso autunno erano comparse delle scritte sulla struttura che ospita i servizi igienici. Senza mezzi termini, il primo cittadino parla di «devastazione della cosa pubblica». Soprattutto considerando il tipo di intervento che c’era alle spalle. «Quella struttura è stata fortemente voluta dalla cittadinanza ed è il risultato del primo bilancio partecipativo che era stato indetto in paese». Non solo: «Si tratta di un dispositivo tecnologico, automatizzato e autopulente», un ulteriore servizio che viene garantito in un luogo frequentato anche da bimbi e famiglie. Quindi, la domanda vien da sé: perché succedono queste cose? Senza dimenticare che «non è la prima volta che accade». Qui, come altrove. Di recente, infatti, un simile avvenimento ha interessato il campo sportivo: su un muro di circa sei metri erano apparse scritte offensive, calda conseguenza del derby Juniores disputato tra Besnatese e Arsaghese.

Il rispetto della cose pubblica

Ora, sono state quindi installate tre nuove telecamere. «Si è deciso di farlo ora, per far coincidere gli interventi», spiega Corbo. «Il parco non viene molto utilizzato durante la stagione invernale e non volevamo che si ripresentassero, nel frattempo, altri vandalismi». A questo, si vanno ad aggiungere le 7 videocamere sistemate al cimitero. Il motivo è chiaro: «Prevenire». Ma dover ricorrere a questi mezzi non viene ben letto dall’amministrazione comunale. «Ogni volta ricorrere a espedienti simili, per controllare ciò che accade, non è un buon segno in termini culturali», dice. «C’è grande amarezza». Prima di tutto perché «gli atti di inciviltà creano un »». Ma anche perché «è una forma di degrado urbano, che pesa sulle casse del Comune e quindi dei cittadini». Soldi che «potevamo destinare ad altri progetti». Da qui, la sfida: «La società deve fare uno sforzo e incrementare l’evoluzione culturale, in modo che le persone abbiano più rispetto della cosa pubblica».

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