Bestie di Satana, 25 anni dopo i delitti di Somma solo in due restano in carcere

SOMMA LOMBARDO – Il 24 gennaio del 2004 la scoperta dell’omicidio di Mariangela Pezzotta, uccisa a Golasecca da Andrea Volpe, Nicola Sapone e Elisabetta Ballarin nello chalet degli orrori scoperchiava i delitti delle Bestie di Satana. Di quel gruppo di assassini, oggi soltanto due sono ancora in carcere.

I delitti di Somma

Volpe decise di collaborare dopo un’iniziale reticenza rivelando al pubblico ministero Tiziano Masini, che coordinò l’inchiesta con il procuratore Antonio Pizzi, dove fossero stati sepolti i corpi di Fabio Tollis e Chiara Marino, ammazzati dalla setta nel gennaio del 1998. La fossa nei boschi di Somma restituì i resti dei due giovanissimi massacrati dal branco sei anni prima. L’inchiesta rivelò anche l’induzione al suicidio da parte del gruppo di Andrea Bontade che rifiutò di partecipare al massacro di Fabio e Chiara.

Chi resta in carcere

A 25 anni dai primi delitti solo due degli appartenenti alla setta sono ancora in carcere. Nicola Sapone, considerato una delle personalità di spicco del gruppo, e Paolo Leoni, detto Ozzy, considerato l’ideologo della setta. Sapone, condannato a due ergastoli, in carcere studia filosofia e continua a professarsi innocente. Leoni, che non partecipò direttamente a nessuno degli omicidi, ma fu condannato in via definitiva all’ergastolo per il suo ruolo di “ispiratore” della setta, è rinchiuso in carcere a Sanremo. Lavora come falegname e si è visto negare dalla Corte per i diritti dell’uomo la revisione del processo.

Andrea Volpe è libero

Andrea Volpe, altra personalità di spicco della setta, ha scontato 16 dei 20 anni ai quali è stato condannato in via definitiva ed è oggi libero. Vive nel Ferrarese. In carcere ha frequentato un corso di laurea in Scienze filosofiche e dell’educazione e si è convertito al cattolicesimo.

La nuova vita di Elisabetta Ballarin

Ha completamente cambiato vita Elisabetta Ballarin, ex fidanzata di Volpe da lui plagiata. Per lei Silvio Pezzotta, il padre di Mariangela, ha speso parole di sostegno, convinto che sarebbe stata la prossima vittima del gruppo. In carcere si è laureata in Didattica dell’arte e ha trovato lavoro nel Bresciano.

Maccione, Monterosso e Guerrieri

Eros Monterosso dal 2021 ha ottenuto l’affidamento in prova (è stato condannato in via definitiva a 27 anni e 3 mesi) ed è stato assegnato a un ufficio del Tribunale di Pavia. Mario Maccione, considerato il medium della setta, è libero dal 2017. Ha scritto un libro dal titolo “L’inferno tra le mani” in cui racconta la sua storia. Pietro Guerrieri, detto Wedra, dopo la scarcerazione è tornato a vivere a Brugherio dove lavora come operaio e tatuatore.

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