Busto e il carcere, ripartono le iniziative. I detenuti imbiancheranno palazzo Cicogna

BUSTO ARSIZIO – Il carcere “esce” all’esterno e incontra la città. Rimettendo in moto le iniziative che erano state messe in standby dalla pandemia: Telefono Amico, teatro in carcere e lavori di pubblica utilità, con i detenuti che imbiancheranno le pareti di palazzo Cicogna a Busto Arsizio. «Sono tre progetti che coinvolgono i detenuti in modo diverso – li definisce l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni – per portare dei miglioramenti concreti nella vita delle persone recluse e in quella delle loro famiglie», nell’ambito di un percorso verso l’istituzionalizzazione di «un tavolo permanente per coordinare gli interventi a supporto della Casa circondariale».

Una rete dopo il carcere

Paola Reguzzoni è stata recentemente in visita in carcere e ha avviato una nuova stagione di rapporti tra la Casa circondariale e il Comune dove ha sede con il nuovo regolamento del garante dei detenuti. «La maggior parte dei ragazzi, spesso molto giovani, sono recidivi – sottolinea l’assessore leghista – ci poniamo l’obiettivo di prevenire questo danno per la società, con una serie di interventi per costituire una rete che sostenga e indirizzi il detenuto al momento della scarcerazione in modo da evitare che rientri in quel contesto che lo ha portato a delinquere».

Lavori di pubblica utilità

Un’opportunità nuova è quella, ora consentita dalle normative, del «lavoro eccezionalmente al di fuori dell’Istituto dei detenuti – come spiega il direttore della Casa Circondariale Orazio Sorrentini – pur senza essere propriamente ammessi al lavoro all’esterno, che è una forma alternativa alla detenzione». Saranno cinque i detenuti del carcere di Busto che, su iniziativa della cooperativa Intrecci e guidati da un maestro d’arte di Enaip, eseguiranno un intervento concordato con il Comune per la pulizia e l’imbiancatura del piano terra di palazzo Cicogna. «Volutamente in un luogo di cultura, per diffondere la cultura del rispetto ma anche della seconda chance» rivela l’assessore Reguzzoni. «Un’azione importante dal punto di vista sociale e di restituzione alla comunità» la definisce Giovanni Formigoni, che coordina i progetti di contrasto all’emarginazione a Busto Arsizio per Intrecci, cooperativa che porta la figura dell’agente di rete in carcere per sostenere il reinserimento sociale dei detenuti.

Telefono Amico

La prima novità è il servizio di Telefono Amico, «rivolto in primis – sottolinea Sorrentini – a soggetti privi di riferimenti affettivi sul territorio che non effettuano colloqui visivi né telefonate». A cura dell’associazione Telefono Amico ODV-centro di Busto Arsizio, il progetto “Una voce amica in ascolto” punta ad «offrire ai detenuti un’occasione di dialogo e di confronto con il mondo esterno, in forma anonima e riservata, mettendo a disposizione le competenze del servizio d’ascolto». Già a partire da questo mese, gennaio 2023, ogni lunedì mattina un gruppo di volontari effettuerà colloqui telefonici di 30 minuti «non solo per prevenire i suicidi – sottolinea Maria Antonietta Ferrario, presidente di Telefono Amico ODV – ma per creare fiducia in modo tale che i detenuti si possano aprire e liberare le loro emozioni per trovare una certa positività nei loro pensieri e spunti per ripartire dalla propria situazione. Per smussare gli aspetti di disagio di fronte a situazioni di rabbia, delusione e depressione». Come fa notare Valentina Settineri, capo area trattamentale in via per Cassano, «l’anonimato può dare ai detenuti la possibilità di aprirsi».

Teatro in carcere

Infine, finalmente dopo due anni di stop, ci sarà il debutto del teatro in carcere con le iniziative dell’associazione L’Oblò, che «da quasi 15 anni si occupa di teatro e drammaterapia con i detenuti ristretti», come spiega Sara Terlizzi. Dopo la prima cena con delitto in programma il 20 gennaio, sono stati programmati degli eventi «di scambio e ponte artistico tra interno ed esterno» per la giornata internazionale del teatro: il 24 marzo la cena con delitto in carcere, il 25 marzo un convegno al teatro Sant’Anna sul teatro in carcere come strumento di rieducazione, seguito da laboratori teatrali e dallo spettacolo “Pinocchio”, scritto e ideato da Elisa Carnelli con gli attori della Casa circondariale e portato in scena dalla compagnia del carcere di Bollate.

L’appello dell’assessore

Attualmente sono 375 i detenuti ospitati in via per Cassano. Per il vicecomandante della polizia penitenziaria Giuseppe Di Girolamo «la situazione sta migliorando ma questi interventi sono un aiuto sostanziale per tutti noi». Sforzi che Busto vorrebbe condividere, anche economicamente, con le città vicine: «Noi ci siamo e ci appelliamo anche alla loro responsabilità – l’invito ribadito da Reguzzoni – perché il carcere ha sede a Busto Arsizio ma non ospita solo cittadini di Busto». Città dove, come sottolinea il direttore della Casa circondariale Orazio Sorrentini, «non è mai mancata attenzione da parte delle amministrazioni locali. Ma c’è un ottimo precedente nell’ambito dei lavori di pubblica utilità anche a Gorla Maggiore, con l’imbiancatura degli interni di un edificio scolastico, nel 2018».

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