Busto, lite sul saluto romano di Lattuada. Il sindaco: «Non sono il suo badante»

BUSTO ARSIZIO – Anche il saluto romano di Checco Lattuada, oltre al caso dei derivati, surriscalda il dibattito della prima seduta del consiglio comunale del 2024. È il segretario del Pd Paolo Pedotti a portare sala esagonale il caso del post sui social dell’ex consigliere ed ex dirigente di Fratelli d’Italia (una sua foto di trent’anni fa in montagna con il braccio alzato pubblicata la sera della Giornata della Memoria), chiedendo di «condannare politicamente il gesto». Ma il sindaco Emanuele Antonelli non ci sta: «Non prendo le distanze. Sono suo amico, non il suo badante. Ma voi smettetela di pensare al fascismo». E la maggioranza si schiera in difesa di Lattuada.

La foto col saluto romano

Il post di Lattuada del 27 gennaio

Galeotta, ancora una volta, fu la montagna. A Francesco Attolini, di Fratelli d’Italia, detto “Franz”, quella foto della montagna travestita da Hitler (copyright Maurizio Crozza) era costata il posto di amministratore unico di Agesp Energia. All’altro Francesco, detto “Checco”, ormai disallineato rispetto al partito di Giorgia Meloni da quando la sua candidatura alle regionali fu cassata, la foto vintage del saluto romano sulla “cresta del soldato” del Monterosa, ha paradossalmente ridato visibilità e scatenato la difesa da parte di una parte del centrodestra di Busto.

Pedotti chiede di «condannare»

«Si condanni politicamente il gesto – chiede il Dem Pedotti nel corso degli interventi liberi in consiglio comunale – tanto offensivo che reca vergogna e svilisce la nostra città, medaglia di bronzo della Resistenza. Da parte di chi ha rappresentato i bustocchi in questi banchi non ci si può aspettare così tanta mancanza di rispetto e ignoranza rispetto al ruolo del fascismo nello sterminio di ebrei, omosessuali e dissidenti politici». Vale a dire la Memoria della Shoah che si celebrava proprio quel giorno. «Le forze politiche hanno il dovere di ribadirlo rispetto al silenzio assordante seguito a questa vicenda» secondo Pedotti.

La levata di scudi della maggioranza

Ma il sindaco Emanuele Antonelli risponde picche: «Non è un consigliere comunale, non vedo perché devo prendere le distanze, lei sa che è mio amico e rimane mio amico. Ma come non gli dico bravo perché va alla stazione tutte le domeniche a dar da mangiare ai senzatetto, così non lo riprendo neanche quando fa queste sue uscite personali. Sono suo amico ma non sono il suo badante. E non chiedo a lei di prendere distanze da quel che è successo a Vicenza, dai No TAV o dai centri sociali, che votano partiti vicini a voi». Poi il sindaco contrattacca: «Vorrei chiedervi ogni tanto di pensare ad altro, è un refrain che sento tutti i giorni in TV – rivolto a Pedotti – le chiedo di volare un po’ più alto e smetterla di pensare ancora al fascismo. Non arriverà mai più, ma se dovesse succedere sarei il primo a scendere in piazza, e non so se lei farebbe altrettanto». Anche dai banchi della maggioranza arrivano interventi in difesa del “Checco”. Da Max Rogora (Fratelli d’Italia): «Chi conosce Francesco Lattuada sa che persona è, uno che al tempo del Covid andava ad aiutare ai poveri senza dire niente a nessuno mentre lei, Pedotti, probabilmente non si muoveva da casa». E dal capogruppo di Forza Italia Orazio Tallarida: «Sono stato tra i primi a portare a mangiare ai senzatetto con Checco».

Sipario

Nella sua controreplica, il segretario del Pd si dice allibito dalle repliche: «Non ho chiesto di prendere le distanze, io ho condannato un gesto, non la persona – sostiene Paolo Pedotti – non è un refrain, non è retorica, ma è sostanza. Era un assist per prendere le distanze da chi lede la credibilità delle formazioni della destra repubblicana. E da iscritto all’Anpi non accetto che si dica che non scenderei in piazza se ci fosse il fascismo». Chiuso il sipario, intanto Lattuada è tornato protagonista in un consiglio comunale in cui non siede più da 8 anni.

busto arsizio checco lattuada – MALPENSA24