Busto, polemica sulla ginnastica al parco: «Il sindaco può fare quello che vuole?»

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BUSTO ARSIZIO – Sulla ginnastica nei parchi cittadini al tempo del coronavirus scoppia la polemica. Che rimane sotto traccia nelle stanze di Palazzo Gilardoni, “poiché – si dice nei corridoi – il momento che stiamo affrontando è delicato ed è meglio quindi dare un segnale di compattezza”. Insomma nessuno vuole attaccare in campo aperto sindaco e assessore allo Sport Laura Rogora per la ginnastica all’aperto, iniziativa che ha suscitato dubbi e perplessità sull’opportunità di organizzarla.

La polemica però deflagra sui social. Dove, occorre dire, il wellness “comunale” in zona rossa (o arancione che sia) trova anche consensi. E nella piazza virtuale la critica che il popolo di Facebook rivolge all’amministrazione, infatti, non è sull’iniziativa in sé, bensì su tempi e modi dell’organizzazione, sul (mancato?) rispetto delle limitazioni diventate nell’arco di una notte ancor più restrittive. Ma la cosa che meno hanno digerito i cittadini è il messaggio che è passato: in contraddizione se non addirittura opposto a quel “State a casa”, che è persino diventato un hashtag.

Chi può derogare?

E’ questa in sostanza una delle domande che la gente pone sotto alle fotografie pubblicate in abbondanza sulla pagina istituzionale del Comune in cui si raccontano le lezioni di ginnastica all’aperto “sponsorizzate” dall’amministrazione e che si sono tenute ieri in diversi parchi bustocchi, con la città già blindata. Quesito che viene declinato in modi diversi: “Avete fatto il contrario di quanto dice il decreto“, scrive qualcuno; “la Regione fa fatica a far passare il messaggio che si deve stare a casa, quindi le iniziative di gruppo all’aria aperta fatele quando tutto sarà passato“, dice qualcun altro. E ancora: “Iniziativa non coerente con le restrizioni in atto”.

Perché noi no?

Il problema del messaggio sbagliato che si è fatto passare con questa iniziativa viene fuori da un paio di post. In cui chi scrive dice in sostanza: “Se lo fa il sindaco (e anche l’assessore allo Sport Laura Rogora), significa che lo possono fare anche gli istruttori delle palestre, dove lavorano dei professionisti e sicuramente sono anche in grado di far mantenere una certa distanza tra i tesserati. Ma loro non possono. Invece voi (l’amministrazione) per la vostra pubblicità tutto è fattibile. Nonostante il decreto che dice di limitare il più possibile le uscite”.

E se l’avesse fatto un privato cosa sarebbe successo?, chiede un altro.

Il sindaco al parco e nei bar

Sul tavolo della polemica vien poi messo un secondo post, pubblicato sulla pagina del sindaco dove Emanuele Antonelli bacchetta chi trasgredisce le norme restrittive, puntando l’indice sui troppi assembramenti e su quelle attività che non fanno rispettare le regole in vigore. Invocando maggior rigore.

Insomma nel giro di pochi giorni, se si conta anche la forzatura sul primo decreto per tenere i bar aperti anche dopo le 18, i messaggi che stanno arrivando alla gente dal primo cittadino non appaiono del tutto coerenti. E non sono pochi quelli che sottolineano il fatto che così si crea ancor più confusione di quella che già c’è. Tanto più che “il primo cittadino dovrebbe essere quello che dà il buon esempio”. Oltre che messaggi chiari e coerenti. E proprio su questo, in maggioranza, c’è già chi ha posto il tema e il problema.

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