Busto, Reguzzoni (Lega): «Caffè e brioche da asporto. Fontana faccia aprire i bar»

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BUSTO ARSIZIO – «La pizza da asporto sì, cappuccio e brioche no. Non ha senso. Per questo chiedo al governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana e al sindaco e presidente della Provincia Emanuele Antonelli un atto di coraggio: dare la possibilità ai bar di poter fare servizio da asporto. Cioè il cliente entra, prende il caffè, la brioche o quel che vuole, paga e va a consumare altrove. Proprio come si può fare per la pizza». A chiederlo è la leghista Paola Reguzzoni alla luce del Dpcm del 26 aprile sulla Fase 2 che, in vista della ripresa (assai parziale) delle attività, sta facendo discutere.

Fate riaprire i bar

Paola Rerguzzoni non entra nel merito generale dell’impianto del Dpcm, «ma credo sia ormai evidente che vi sono busto paola reguzzoni legaalcuni provvedimenti che si possono “aggiustare” alla luce di quanto, per altro, già accade e che potrebbero essere, per molti, non dico la ripresa economica, ma per lo meno la possibilità di lavorare». E l’appello che fa Paola Reguzzoni è mirato sui bar, ma potrebbe valere anche per le gelaterie: poiché chi compra un cono (anche prima del Covid) in realtà spesso lo consuma all’esterno del locale se non addirittura passeggiando. «Bene la consegna a domicilio, ma anche il servizio di asporto – spiega Reguzzoni – però sono due modalità di vendita che potrebbero garantire anche i bar. Caffè e brioche take away, perché no?».

Perché nel dpcm sotto le specifiche delle “Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale” si legge al punto in questione:

sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie)… Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attivita’ di confezionamento che di trasporto, nonché la ristorazione con asporto fermo restando l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, il divieto di consumare i prodotti all’interno dei locali e il divieto di sostare nelle immediate vicinanze degli stessi.

Insomma asporto vietato per i bar delle città, ma non ad esempio per quelli presenti nelle aree di servizio lungo l’autostrada, i quali, sempre secondo il dpcm “possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali … con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro”.

«Non capisco perché non posso comprare la colazione e andare a consumarla nel mio ufficio, ad esempio. Credo che in queste settimane tutti abbiamo imparato come si accede nei negozi e negli esercizi commerciali aperti – continua Paola Reguzzoni – non servirebbe nemmeno prevedere nuove misure. Basterebbe applicare quelle che già ci sono: si attende in fila fuori, si entra uno alla volta, si acquista e si esce per consumare. Per questo mi rivolgo ai vertici delle istituzioni più vicine al territorio, affinché intervengano con una decisione che per molti potrebbe davvero significare la ripresa della propria attività ed evitare un altro pensate mese di chiusura».

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