BUSTO ARSIZIO – Al Teatro Sociale di Busto sono stati gli applausi entusiasti di un pubblico da tutto esaurito (sono ben centoventi le richieste che non è stato possibile esaudire) a salutare ieri, domenica 26 settembre, gli artisti che hanno portato in scena la Traviata di Giuseppe Verdi. Lo spettacolo, che ha celebrato il 130esimo anniversario della sala e dato avvio alla nuova stagione di eventi, ha anche offerto al presidente Luca Galli e a Maurizio Ampollini, presidente della Fondazione Comunitaria del Varesotto, l’occasione per annunciare una proposta di azionariato popolare che permetterà ai cittadini di diventare proprietari del “Delia Cajelli”.
La pandemia fece cancellare lo spettacolo a Busseto
L’opera lirica eseguita da Coro e Orchestra dell’Opera di Busseto e 15Orchestra Sinfonica con la collaborazione dell’Accademia Dell’Arte Dello Spettacolo (Adads), guidata da Maria Cristina Romanini, doveva essere rappresentata nel paese d’origine di Giuseppe Verdi due anni fa ma fu bloccata dalla pandemia: «Tornare in scena proprio con la Traviata è come rinascere», ha dichiarato il regista Alberto Oliva. «Ringrazio Danilo Menato e Daniele Geltrudi per il lavoro portato avanti con questo teatro insieme al presidente Galli. E l’assessore alla Cultura Manuela Maffioli, che per noi è sempre stata presente: nella politica questo non è un fatto così scontato. Ciò che avete visto sul palco è nato dalla passione e realizzato con una generosità fuori dal comune, le stesse che dovranno animare la ripartenza».
La buca dell’orchestra non veniva utilizzata da 80 anni
La regia ha delineato una Violetta – interpretata da Airi Sunada – lontana dal tempo della storia in cui vivono gli altri personaggi, immacolata e distante; un paradigma dell’arte nel mondo contemporaneo, costretta a ribadire il proprio ruolo affascinante e necessario in una società che le è sempre più indifferente, salvo addirittura risultarle apertamente ostile. L’allestimento della Traviata, che ha coinvolto circa un centinaio di persone, ha avuto come sfondo un “Delia Cajelli” rimesso a nuovo: ha ospitato l’orchestra diretta dal maestro Marco Beretta nella buca che, salvo l’avanspettacolo con la sola presenza di un pianista, non veniva utilizzata da prima della guerra. Tra gli altri interventi ci sono stati il rifacimento della cupola, la ristrutturazione del bar e la pulizia della facciata, sottoposta a vincolo della Soprintendenza per il suo valore storico.
Un obiettivo ambizioso
Galli, ricordando la nascita dei primi teatri sociali nell’Ottocento, ha invitato istituzioni e cittadinanza a una prova d’amore, in un’ottica di restituzione e partecipazione diffusa, nei confronti del “Delia Cajelli”: «Vogliamo lanciare un progetto di azionariato popolare, con l’obiettivo ambizioso di raccogliere in cinque anni fondi per due milioni di euro. Spero che la città di Busto, così come succedeva allora, si prenda carico di questa eccellenza e tra un quinquennio si possa brindare nei lieti calici al taglio del traguardo».
Il sindaco Emanuele Antonelli ha letto alcune righe di un articolo di giornale alla platea in cui erano presenti, oltre alla vicesindaco Maffioli, l’europarlamentare Isabella Tovaglieri, l’assessore Osvaldo Attolini, il presidente di BA Film Factory Alessandro Munari e Gianni Bettoni, assessore alla Cultura di Castellanza: «È della Gazzetta dei Tre Laghi e fu pubblicato il giorno seguente all’inaugurazione di questo posto: avvenne tra il 29 e il 30 settembre 1891, “in presenza di un numeroso pubblico con esito felice”. Centotrenta anni sono tanti da compiere, il mio augurio è che ce ne siano altrettanti: gli spettatori di Busto sono degli intenditori in fatto di teatro e se lo meritano».
La lirica torna al teatro Sociale di Busto. Con “La Traviata” per il 130esimo