Busto, Speroni: «Troppi voltagabbana e poltronisti. O si cambia o tutti a casa»

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BUSTO ARSIZIO – Più che parlato, alla riunione di maggioranza di ieri sera, lunedì 29 luglio, Francesco Speroni ha ascoltato. E le conclusioni su come procedere nel pantano politico di Palazzo Gilardoni, la Lega le trarrà questa sera, martedì 30 luglio. Quando è convocato il direttivo. E il segretario cittadino, oltre a relazionare sul quadro della situazione, porrà anche una scelta: «Dal momento che siamo finiti in mezzo a una banda di poltronisti e voltagabbana, dobbiamo decidere se “giocare” questa partita che non mi piace per nulla o far saltare il banco».

Francesco Speroni, la maggioranza segna un altro giro a vuoto. L’ennesimo. Ma questa crisi quando si chiuderà? 
«Dipendesse da noi sarebbe già chiusa da tempo. Ma purtroppo non è così».

Più si tira in lungo e più la gente fatica a capire. Cosa impedisce di arrivare a una soluzione? 
«La banda di poltronisti e voltagabbana disposti a cambiare posizione per una poltrona. In questa situazione vedo due strade: o si cerca una soluzione in queste condizioni, oppure facciamo saltare tutto. Ma non posso decidere solo io».

Chi deciderà? 
«Il direttivo di questa sera, dove porrò la questione».

La sua sensazione da segretario: qual è l’orientamento del direttivo del Carroccio bustocco?
«Non lo so, perché anche al nostro interno abbiamo diverse tendenze. Ma a differenza di tutti gli altri noi un’unità di intenti e vedute la raggiungiamo sempre».

Davvero la Lega è pronta ad andare al voto anticipato? 
«Non è che si voti subito dopo l’estate. E personalmente al commissario prefettizio preferisco sempre un consesso democratico. Anche se, come accade in questo momento a Palazzo Gilardoni, non è proprio quello che è venuto fuori dalla volontà popolare del 2016. Detto questo però sarei curioso di vedere se tutti i transfughi, una volta ridata la parola agli elettori, otterranno ancora il consenso. Noi della Lega certamente. La metà di loro, invece, non verrà rieletta»

D’accordo, ma un’idea di come andrà finire se la sarà pur fatta. Oppure no? 
«Semplice: se si guardasse la realtà delle cose e il vero valore dei partiti, chi ha cambiato casacca e parte politica dovrebbe dimettersi. A quel punto si tornerebbe alla situazione delle elezioni, ovvero con 6 consiglieri della Lega, 5 di Forza Italia e così via. E la situazione sarebbe più semplice da risolvere».

Anche senza il quarto assessore da voi chiesto?
«Anche questo lo deciderà il direttivo».

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