Busto, violentò la figlia disabile: negati i domiciliari. L’orco resta in carcere

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BUSTO ARSIZIO – Negati gli arresti domiciliari al padre ottantenne che avrebbe abusato della figlia disabile. La vittima, oggi, quarantenne, ha anche tentato il suicidio in stazione a Gallarate. E’ stato in ospedale, dopo l’estremo gesto, che la donna ha trovato la forza di denunciare l’accaduto. L’uomo era stato arrestato e portato in carcere, nonostante l’età, perché ritenuto pericoloso su decisione del tribunale del riesame di Milano. Oggi la nuova decisione dei giudici: no agli arresti domiciliari. Il padre orco resta in carcere. Troppo pericoloso per la vittima, incapace di difendersi, il farlo tornare a casa.

L’inchiesta nei dettagli

Le indagini, coordinate dalla procura di Busto Arsizio, sono state avviate a seguito del tentato suicidio della donna, oggi quarantatreenne, e del suo successivo ricovero in ospedale nel reparto di psichiatria. Durante i colloqui con gli psicologi la donna ha trovato la forza di accennare agli abusi subiti per anni dal padre. Subito sono scattate le indagini della polizia che hanno trovato conferma nel personale sanitario dell’ospedale, che aveva notato in diverse circostanze atteggiamenti dell’uomo nei confronti della figlia considerati poco consoni rispetto alle consuete esternazioni di affetto di un padre, tanto da invitarlo più volte, secondo quanto ricostruito dalla polizia, a mantenere comportamenti più adeguati a un luogo come un ospedale.
I sospetti hanno avuto riscontro dalle intercettazioni, telefoniche e ambientali. L’audio e le immagini registrate hanno evidenziato che l’uomo tormentava la figlia, chiedendo con insistenza la promessa di rapporti sessuali, una volta che fosse uscita dall’ospedale, in cambio di sigarette, dolci e altri beni di prima necessità. L’uomo l’aveva anche minacciata, in caso contrario, di non farle più visita in ospedale. L’indagine è stata eseguita dalla Sezione reati contro la persona della Squadra Mobile della questura di Varese.

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