Caianiello svela: «Un sistema da Prima Repubblica immutato da 30 anni»

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GALLARATE – Oltre a confessare, fare ammissioni e a descrivere dettagliatamente tantissimi fatti al centro della maxi inchiesta della Dda di Milano, Nino Caianiello, ex Ras dei voti di FI in provincia di Varese, ha spiegato, in uno dei tanti verbali da lui riempiti in queste settimane, l’evoluzione del «sistema» di finanziamenti illeciti e «retrocessioni» alla politica. A partire dalla Prima Repubblica e fino agli ultimi anni, nell’area in cui si muoveva come un «Grande manovratore».

Voglio cambiare vita

Ha deciso di collaborare, e ora punta a patteggiare, perché, come ha chiarito in un interrogatorio davanti al pm Luigi Furno, «E’ mia ferma volontà quella di cambiare vita e tagliare i legami con le persone con le quali ho condiviso il mio excursus politico in questi ultimi 36 anni, dal 1983». Il mullah della politica varesina ha raccontato che «Esiste un sistema sin dagli anni della cosiddetta Prima Repubblica che prevede forme di finanziamento alle strutture di partito». Quando non esistevano «forme di rendicontazione», in particolare, c’era la «retrocessione di somme di denaro in nero» al partito da parte di chi aveva ottenuto incarichi nel pubblico. Negli ultimi anni, poi, riguardo alle retrocessioni sugli «incarichi fatti avere a professionisti da parte di amministratori delle società pubbliche», il «sistema consisteva nello scegliere» professionisti «di area e collaudati», ossia «disponibili a retrocedere una parte del corrispettivo ricevuto».

Non avrei mai chiesto retrocessioni senza l’ok di Tatarella

Non si trattava, ha spiegato Caianiello, «Almeno negli anni più recenti, di una percentuale del 10%», la cosiddetta decima, che invece era richiesta e «stringente per quanto riguarda i finanziamenti da parte di soggetti che assumevano incarichi elettivi». Per i professionisti la percentuale, invece, «oscillava tra il 4 e il 6-7%», anche perché era diventato sempre «Più complicato» retrocedere «percentuali maggiori», anche per motivi fiscali. Tra i molti particolari raccontati da Caianiello nei verbali anche alcuni relativi all’ex vicecoordinatore lombardo di FI Pietro Tatarella, arrestato: «L’uomo di riferimento di D’Alfonso (imprenditore della Ecol service, ndr) era Tatarella e, quindi, io non avrei mai chiesto delle retrocessioni a D’Alfonso senza prima avere consultato o convenuto con Tatarella».

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