Cairate, 18enne morto all’ex Mayer: Prealpi Servizi sul banco degli imputati

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CAIRATE – Diciottenne morto nell’ex cartiera Mayer: cambia il giudice. A quattro anni dalla morte del giovane Alessandro Giani il processo riparte dall’inizio. Saranno riascoltati tutti i testi già sentiti sinora. Alla sbarra anche un imputato eccellente perchè coinvolto nell’inchiesta Mensa dei poveri che lo scorso 7 maggio portò all’arresto del plenipotenziario di Forza Italia in provincia di Varese Nino Caianiello. E’ Marcello Pedroni, presidente di Agorà, agli arresti domiciliari proprio per presunte compiacenze nei confronti del Mullah in quanto vertice di Prealpi Servizi, a processo con Antonio Colombo e Antonio Caniello, ossia i rappresentanti legali di Prealpi Servizi e il delegato per la sicurezza.

«Conoscevano i rischi ai quali andavano incontro»

Per la morte di Giani, avvenuta il 22 dicembre 2015, erano già stati condannati a un anno e 4 mesi (nonostante la contrarietà della famiglia del ragazzo) i due amici che quel giorno erano con lui. Prealpi Servizi, nella persona dei suoi rappresentati, sarebbe “rea” di non aver sufficientemente ostacolato l’accesso all’area tanto pericolosa. Un’area però, va detto, vastissima costellata in diversi punti da divieti di accesso e che  è nota in tutta la zona (o quanto meno lo era prima che vi si mettesse mano proprio dopo l’incidente) per la sua pericolosità Massimo Pellicciotta, difensore di Pedroni, non ha dubbi e lo ha più volte ripetuto durante il processo: «Non era la prima volta che andavano lì. Conoscevano i pericoli ai quali andavano incontro». Di fatto però da ieri, martedì 4 giugno, il processo riparte davanti al giudice monocratico di Busto Giulia Pulcina.

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