Attacco al Campidoglio. E non è la prima volta

SOLDATI DELL'ESERCITO AMERICANO ASSEDIARONO IL CONGRESSO 238 ANNI FA. NON AVEVANO RICEVUTO LO STIPENDIO

di Davide Agnesi

L’irruzione nel Campidoglio americano del 7 gennaio scorso ha sollevato numerose polemiche sulla gestione dell’emergenza da parte del Governo, in particolare in relazione al dispiegamento delle forze di polizia, considerato che Washington non appartiene ad alcuno Stato dell’Unione, ma è un distretto federale sotto il diretto controllo dell’Esecutivo, quindi direttamente competente in materia di ordine pubblico e sicurezza in quel territorio, doveri di norma affidati ai singoli Stati e rispettivi Governatori. Questa particolarità amministrativa deriva da un’altra rivolta avvenuta 238 anni fa a Philadelphia, all’epoca capitale degli Stati Uniti, dove a partire dal 1781 il Congresso teneva le proprie sessioni nella celebre Indipendence Hall.

I deputati a quel tempo non esercitavano un controllo diretto sull’esercito, se non in tempo di guerra, e facevano rispettare le leggi con la collaborazione delle varie milizie territoriali dipendenti dai Governatori dei singoli Stati. Il 20-21 giugno 1783 un’ottantina di soldati dell’esercito, infuriati per non aver ancora ricevuto il salario a seguito del servizio prestato durante la guerra d’indipendenza, si misero in marcia da Lancaster, una cittadina a un centinaio di chilometri da Philadelphia, per andare a protestare davanti al palazzo del Congresso.

All’udire questa notizia, trecento uomini della guarnigione della città andarono ad ingrossare le fila degli ammutinati, presero il controllo degli arsenali, circondarono il Congresso impedendo così ai deputati di uscire. Grazie alla mediazione di Alexander Hamilton, deputato di New York e uno dei padri fondatori, i soldati permisero al Congresso di aggiornarsi con l’impegno di discutere la questione del mancato pagamento il prima possibile. La sera stessa un comitato ristretto, capeggiato dallo stesso Hamilton, si riunì per ordinare al presidente della Pennsylvania, John Dickinson, di proteggere il Congresso e disperdere i soldati minacciandolo di spostare l’assemblea in un’altra città nel caso in cui non avesse eseguito tali direttive. Il giorno successivo Dickinson rispose ai deputati che le sue milizie non avrebbero affrontato gli ammutinati perché questi ultimi non erano ricorsi alla violenza: era una risposta che lasciava chiaramente intendere come l’esecutivo della Pennsylvania, esercitando la propria autonomia, non si sarebbe piegato agli ordini del Congresso.

A questo punto i Deputati, non sentendosi tutelati, spostarono la capitale a Princeton. L’incapacità della Pennsylvania di proteggere il Congresso fu uno dei motivi principali per cui i redattori della Costituzione decisero di creare un distretto federale, indipendente dagli Stati, in cui il Governo stesso potesse provvedere in prima persona alla propria sicurezza. Per questo motivo, nel 1790, venne approvato il “Residence Act” che istituiva il District of Columbia, un territorio federale ed autonomo di dieci miglia quadrate sul fiume Potomac, tra Maryland e Virginia, e il 17 novembre 1800 la capitale dell’Unione venne spostata definitivamente a Washington D.C. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”: nel film Superman viene così riassunto il “buon governo”, quello che non si è visto il 7 gennaio a Washington.

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