BOLOGNA – Il sistema-sport e, in particolar modo il sistema-basket rischiano il collasso. Questo l’appello (l’ennesimo) lanciato da Umberto Gandini, presidente della Lega Basket serie A e indirizzato al governo. Senza se e senza ma. Perché nel frattempo si avvertono sinistri scricchiolii da parte di alcune società di serie A. Proprio ieri e oggi è uscito allo scoperto il presidente della Fortitudo Bologna. E nessuno vuole mai che si possa ripetere un altro caso-Virtus Roma. A campionato in corso e, possibilmente, nemmeno a campionato concluso. Infatti il presidente della Fip Gianni Petrucci, capita la mal parata, sembra aprire alle proposte che gli arriveranno dalla Lega Basket…
L’intervento di Umberto Gandini a Lady Radio
Lo sport sta vivendo un momento drammatico perchè le società professionistiche di vertice che stanno continuando la loro attività sono partite con dei presupposti leggermente più ottimisti di quelli che si sono rivelati. Stanno facendo un campionato quasi completo senza pubblico, non ci sono ricavi e interventi diretti di sostegno. Sembrava che con il “Ristori 5” e lo scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro che erano stati votati come ultimo atto del Governo Conte e una serie di istanze del mondo dello sport fossero state prese in considerazione. Invece il governo Draghi è in carica da sei settimane e gli interventi diretti e provvedimenti sui quali avevamo lavorato sono stati silenziati. Si parla ora di un provvedimento di sostegno che sarà presentato venerdì e le società di basket, di calcio, di rugby e di altri sport sono tutte in attesa di interventi diretti che sino ad ora però non ci sono stati. La situazione è drammatica in prospettiva futura, perché è difficilissimo gestire il presente nella vita di tutti i giorni: purtroppo la pandemia è un fenomeno più grande del mondo dello sport, ma tutti gli interventi che sono stati fatti sino ad adesso sono stati a pioggia e non hanno colpito nel segno, L’attività sportiva che sta proseguendo, cioè quella di vertice, va avanti perchè gli imprenditori e gli azionisti dei vari sport si stanno autotassando per continuare a mantenere viva la fiamma della disciplina sportiva in cui sono impegnati. Sinora da parte del Governo tante promesse e tante parole, ma niente è stato fatto in maniera diretta”.
La Fortitudo Bologna
Proprio nella giornata di ieri Christian Pavani, presidente della Fortitudo Bologna, una delle società maggiormente penalizzata (anche come budget) dalle porte chiuse, aveva fatto percepire uno scricchiolio su gazzetta.it.
Dopo due stagioni sportive senza pubblico causa Covid è difficile pensare di andare avanti per un club come il nostro se non interverranno interventi importanti. Lo scorso dicembre noi e la Virtus abbiamo sottoposto alla Lega Basket un piano di riforme per affrontare l’emergenza, altre società hanno fatto proposte anche diverse, qualcosa è stato discusso a livello di assemblea, ma il processo decisionale è troppo lento. Siamo a marzo e le idee non sono ancora chiare. Invece bisogna accelerare e fare interventi molto profondi. Oggi posso dire che se a giugno ci troveremo ancora nella stessa situazione, con gli impianti chiusi al pubblico e senza una strategia, non sono sicuro che io e i miei soci proseguiremo nel percorso che abbiamo iniziato nel 2015 dovendo ripianare le perdite tutti gli anni.
Lo scricchiolio di ieri, è diventa addirittura un grido d’allarme sulle colonne del Corriere dello Sport di oggi: secondo Pavani il campionato di serie A andrebbe addirittura interrotto qui.
Nella logica delle cose è giusto che il campionato di serie A si fermi qui. I numeri dei contagi sono quelli dell’anno scorso, se non peggiori. A giugno-luglio eravamo convinti che nella nuova stagione si sarebbero potute aprire le porte dei palazzetti al 25-30%, poi le cose sono cambiate. Ogni settimana va peggio. In questo momento è necessario cambiare nettamente il passo del basket a livello politico. Purtroppo siamo lenti. Il campionato finirà il 5 maggio e ancora non sono state prese delle decisioni.
Esclusivo – Umberto Gandini (Lega Basket): la riforma delle licenze e la serie A del futuro