Caso camici, i motivi dell’assoluzione: Fontana ha operato in trasparenza

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MILANO – Il Governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana, assolto dall’accusa di frode in pubbliche forniture, a tre anni dall’apertura dell’inchiestacamici” a Milano, perché “il fatto non sussiste” e dandogli atto di aver agito in totale trasparenza. Con lui assolti anche Andrea Dini, Filippo Bongiovanni e Carmen Schweigl, ex dg e dirigente di Aria e il vicesegretario generale di Regione Lombardia, Pier Attilio Superti. È quanto emerge dalle motivazioni depositate dalla Corte D’appello di Milano, sulla sentenza di assoluzione perché a carico degli indagati.

Nessuna prova a carico dell’accusa

Secondo i giudici “non si rinviene la prova del contestato preventivo accordo” tra Attilio Fontana e Andrea Dini “avente ad oggetto le sorti e le modalità della fornitura” e se pure “si volesse ipotizzare un interessamento di Fontana e quindi un trattamento di favore per l’impresa gestita dal cognato, la regolarità della procedura di scelta del contraente e della conclusione del contratto, elimina ogni residuo dubbio in merito”. Il processo ha avuto orgine dalla denuncia circa una fornitura di camici e altri dispositivi di protezione, durante la prima fase di pandemia Covid, che poi era stata trasformata in donazione.

Le azioni in totale trasparenza

Secondo la Corte, non sono emerse prove secondo le quali il presidente della Regione “fosse stato messo a conoscenza del fatto che Dama spa (società del cognato n.d.r) aveva concluso un contratto di fornitura onerosa con Aria spa”, di fatto quindi con Regione Lombardia, è il suo successivo intervento “ha indotto Dini, dopo una prima consegna di merce, a trasformare la fornitura onerosa in donazione“. Il tutto nella massima trasparenza.

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