Casorate Aperta: «La sala consiliare all’ex municipio? Non una scelta ottimale»

CASORATE SEMPIONE – «Un progetto è sempre per la comunità che frequenta quei luoghi. Non basta dare “lustro” alla piazza per pensare di aver risolto i problemi». La minoranza di Casorate Aperta torna all’attacco. Al centro, ancora una volta, il piano per rilanciare l’ex municipio. Non solo in merito alle tempistiche («su cui siamo tornati più volte, con forti perplessità quando qualche mese fa vennero stimati 50-60 giorni»), ma soprattutto in vista delle «funzioni che si prevede di inserire nell’immobile quando sarà completato». Con alcune osservazioni sul possibile utilizzo degli spazi.

Lavori in corso

Un passo indietro. Di recente, il sindaco Dimitri Cassani ha reso noto lo stato d’avanzamento dei lavori sulla struttura di piazza Mazzini. «I cambiamenti non sono apprezzati da tutti, perché qualche volta si portano dietro disagi e richiedono sacrifici», ha detto. «Noi abbiamo deciso di ristrutturarlo, consapevoli della delicatezza di un intervento di questa natura». Anche se, ha ricordato, «manca ancora un po’ per tagliare il nastro e i disagi non sono finiti». Interventi come «la demolizione della parte inferiore per realizzare le grosse aperture, le finiture interne dell’edificio e la sistemazione della piazza». Ma nonostante tutto «si incomincia a intravedere una luce, con lo smontaggio del ponteggio e il prossimo ridimensionamento dell’area di cantiere. Sono però sicuro che, alla fine, i sacrifici saranno ripagati e questo spazio diventerà l’angolo più bello di Casorate».

L’idea sala consiliare

Aldilà dei ritardi, la minoranza guarda alla fine dei lavori. Infatti, «se sulla resa architettonica del progetto ognuno può sviluppare le sue considerazioni soggettive (fino a un certo punto), a livello funzionale l’effettiva riuscita del progetto sarà tangibile solo quando questo verrà consegnato ai cittadini». Un modo per dire che «è necessario dare prova che, con questo progetto, la comunità torni a essere parte viva del paese». Da qui, alcune osservazioni. A partire dall’idea di inserire al terzo piano la nuova sala consiliare, che sarà «a ridotta capienza rispetto all’attuale: sembra rappresentare più una velleità volta a dare una veste “nobile” al progetto, che non la volontà effettiva di ottenere quel tanto sperato risultato di una maggiore partecipazione collettiva alla vita politica del paese». E affonda: «Relegare il consiglio in uno spazio piccolo e scomodo da raggiungere per le persone con ridotta mobilità, seppure sia forse più bello, non agevolerà sicuramente la partecipazione del pubblico».

Come utilizzare gli spazi?

Se l’utilizzo degli spazi al (nuovo) ex municipio come sala consiliare «difficilmente è definibile una scelta ottimale», per Casorate Aperta «altre funzioni si sarebbero potute insediare; forse, si potrà comunque rivedere qualcosa e riorganizzare l’uso dell’edificio in modo che sia davvero un volano utile al rilancio del centro storico». Gli spazi previsti per le associazioni «possono essere sicuramente interessanti, ma forse anche la sala consiliare potrebbe essere un ulteriore luogo da gestire a uso completo e quotidiano della comunità». Come? «Per esempio trasferendovi uno degli uffici più significativi, come i servizi sociali». E aggiungono: «Se dovrà esserci un ripensamento sulla destinazione d’uso al primo piano, sarebbe auspicabile possa essere preso in considerazione ora. E non a lavori terminati, così da potere, eventualmente, prevedere le varianti necessarie».

L’esito «a scatola chiusa»

Concludono così i civici della minoranza: «Questo sarebbe possibile, ma in realtà il progetto non è mai stato sufficientemente approfondito e discusso a monte della sua approvazione. E queste possibilità non sono mai state prese in considerazione. Anche in questo caso, la giunta ha gestito gli obiettivi e gli investimenti pubblici come se si trattasse di scelte soggettive e personali, limitandosi ad annunci e interventi a mezzo stampa o social-media, senza entrare nel merito. E come se i casoratesi dovessero aspettarsi e accettare un esito a scatola chiusa».

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