Chiara Ferragni e Balocco: a Milano aperto un fascicolo in Procura

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Chiara Ferragni e Fedez, suo marito

MILANO – La Procura di Milano indagherà per verificare sull’operazionePandoro” che in questi giorni ha sollevato polemiche circa l’agire di Chiara Ferragni e della Balocco. Si tratta di un fascicolo esplorativo, modello 45, al momento quindi senza ipotesi di reato né indagati. Sui social prosegue l’attacco ai “Ferragnez“, la coppia milanese da sempre sotto i riflettori. A far partite gli accertamenti della Guardia di Finanza è stato un esposto di Codacons e Assourt, che denunciano una presunta truffa. Le indagini potrebbero però anche allargarsi a una seconda operazione commerciale a scopo benefico, quella relativa alle uova di Pasqua griffate Ferragni della Dolci Preziosi.

L’esposto di Codacons e Assourt

Secondo l’esposto la campagna del dolce natalizio sarebbe stata “ingannevole ed aggressiva, in spregio ai consumatori, i quali sarebbero stati sensibilmente influenzati nella loro capacità decisionale, soprattutto alla luce della destinazione dei ricavati ai bambini gravemente malati”.

Il “polverone di zucchero rosa” e le scuse di Ferragni

Ha sollevato un polverone di zucchero rosa come il pandoro “incriminato”, la dichiarazione di Chiara Ferragni, imprenditrice digitale milanese, che ha annunciato sui social di voler donare un milione di euro all’ospedale Regina Margherita di Torino, successiva alla multa da oltre 1,4 milioni (per lei e Balocco), per una presunta comunicazione errata circa la beneficenza al medesimo ospedale, che i consumatori erano convinti di fare acquistando il dolce di Natale griffato Ferragni.

“Sono sempre stata convinta che chi è più fortunato ha la responsabilità morale di fare del bene”, ha detto l’imprenditrice digitale in un video nel quale si presenta dimessa e con una camicia grigia, cosa che non è piaciuta al pubblico: “questi sono i valori che hanno sempre spinto me e la mia famiglia”.

La vicenda Balocco

Risale al Natale scorso la produzione del pandoro Balocco con zucchero a velo rosa e stencil by Chiara Ferragni, messo in commercio con un claim benefico, ovvero una donazione per le cure pediatriche al Santa Margherita di Torino. Da quanto però accertato in seguito, la stessa Balocco avrebbe donato 50 mila euro all’ospedale prima della messa in vendita dei dolci griffati e poi nulla più. Secondo l’Antitrust si è trattata di una comunicazione mendace, che ha indotto il consumatore a credere che acquistando il pandoro una parte dei guadagni sarebbe andato dritto al nosocomio piemontese, cosa che invece non sarebbe avvenuta. L’operazione, sempre secondo l’Antitrust, avrebbe fruttato cospicui guadagni sia alle aziende della nota influencer che alla stessa ditta produttrice di pandori.

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Chiara Ferragni e l’ammissione dell’errore

Ai figli “insegniamo anche che si può sbagliare, e che quando capita bisogna ammettere, e se possibile, rimediare all’errore fatto e farne tesoro. Ed è quello che voglio fare ora”, ha detto in un video l’imprenditrice, “devolverò 1 milione di euro al Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini”. Ferragni ha precisato di volerlo fare “pubblicamente perché mi sono resa conto di aver commesso un errore di comunicazione”, di cui “farò tesoro in futuro, separando completamente qualsiasi attività di beneficenza, che ho sempre fatto e continuerò a fare, dalle attività commerciali”.

Chiara Ferragni ha infine confermato di voler impugnare il provvedimento dell’Agcm, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato “perché lo ritengo sproporzionato e ingiusto“, spiegando che il suo è stato un errore “in buona fede”.

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