Confcommercio Varese: «Situazione insostenibile, le attività devono riaprire»

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VARESE – «Nel 2020 l’associazione ha fatto la sua parte e soprattutto hanno fatto la loro parte gli associati, che dall’inizio della pandemia fino ad oggi si sono adeguati ad ogni misura assunta a livello nazionale e regionale. Ma adesso basta, gli ennesimi provvedimenti di chiusura e di limitazione degli spostamenti non sono più sostenibili». I cinque presidenti delle Ascom territoriali di Confcommercio provincia di Varese, (Giorgio Angelucci, Varese; Rudy Collini, Busto Arsizio; Renato Chiodi, Gallarate; Andrea Busnelli, Saronno; Franco Vitella, Luino) guardano al 2021, attrezzandosi ad affrontare abitudini di vendita e di acquisto completamente stravolte dal Covid-19 (puntando su una piattaforma di e-commerce locale) e assumendo una posizione sempre all’insegna della massima collaborazione ma più rigida nei confronti di provvedimenti che rischiamo di «dare il colpo di grazia definitivo a tante delle attività che hanno resistito in questi mesi».

Controlli più puntuali e ristori adeguati

«Tutte le nostre categorie», hanno spiegato i presidenti oggi, mercoledì 13 gennaio, «hanno rispettato le imposizioni di legge, adeguando le loro attività alle misure anti Covid. Hanno speso del denaro, pur nel periodo di difficoltà, ed hanno accettato chiusure e limitazioni. Ora, sempre agli stessi, vengono chiesti nuovi sacrifici, che però non è più possibile sostenere. Bar, ristoranti e negozi devono riaprire perché altrimenti chiuderanno per sempre. Noi come associazione garantiamo il rispetto di tutte le norme sanitarie e in più, ci rendiamo disponibili a trovare soluzioni che portino a controlli più puntuali e più rigidi, rivolti agli imprenditori ma anche ai clienti. Una di queste potrebbe essere chiedere il supporto della Protezione civile la cui presenza nelle piazze, nelle strade e nei mercati riteniamo possa contribuire a fare prevenzione e informazione, facendo presenti le misure in vigore, soprattutto per quanto riguarda il divieto di assembramenti. Anche all’esterno della grande distribuzione dove, ci segnalano, in alcuni casi stia venendo meno il rispetto delle norme di sicurezza». I presidenti hanno chiesto con forza anche «il riconoscimento di contributi a fondo perso e ristori adeguati alle perdite registrate dalle attività», mentre rivolgendosi alle amministrazioni locali, hanno rinnovato la richiesta di una ulteriore proroga o, meglio ancora, di «azzeramento delle tasse e delle imposte comunali a carico delle imprese commerciali».

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