Dopo il voto: la lezione di Lonate Pozzolo

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Il voto di domenica 10 giugno nella manciata di Comuni del Varesotto dice poco o nulla sui futuri assetti politici. Di più si può capire dagli esiti delle urne dei centri più importanti in giro per l’Italia. Analisi che fanno intravvedere nuove difficoltà per la coalizione di centrodestra, dove la Lega è oramai dominante. E dentro le quali (analisi) non può sfuggire la volubilità dell’elettorato, non più ancorato ai vecchi schemi, liquido, pronto a seguire chi, meglio di altri, ne interpreta le istanze e le aspettative.  Questo, al di là delle appartenenze. Una testimonianza  in questo senso arriva per esempio da Brescia. Lì, il sindaco uscente di centrosinistra è stato riconfermato al primo turno, in netta controtendenza rispetto ai precipizi del suo partito, il Pd. Se volessimo tirare altre somme, risulta evidente che consultazioni di tipo amministrativo viaggiano per conto loro in confronto al voto nazionale. Lo si evince dall’arretramento dei Cinque Stelle in città e paesi dove, il 4 marzo, avevano invece registrato ben altri risultati.
Detto questo e per tornare a casa nostra va valutato il successo della “civica”, con sguardo a sinistra, Nadia Rosa a Lonate Pozzolo. La sconfitta della coalizione di centrodestra, che pure ha proposto una candidata di forte prestigio locale, Ausilia Angelino, dice appunto di come gli elettori, al netto del calo di frequenza alle urne, abbiano inteso mandare un preciso segnale. Chi sbaglia paga, sembra abbiano voluto dire i lonatesi. Lo sbaglio è da ricercare nella clamorosa inchiesta giudiziaria che ha portato in carcere il sindaco Danilo Rivolta di Forza Italia e, si può supporre, nella tiepida reazione di tutto il centrodestra a quel vero o presunto malaffare. La presa di distanza avrebbe dovuta essere netta, se non altro percepibile più a fondo in tutta la sua sostanza etica. Certo, nessuno ha mai giustificato Rivolta e chi lo ha sostenuto nella sua azione illegale, né la Angelino è rientrata nemmeno di striscio nell’inchiesta della magistratura. Ma era un assessore  di quella giunta. Questo è probabilmente bastato per farle perdere le elezioni. Senza dimenticare, sia chiaro, l’incapacità della Lega locale, alleata a Forza Italia, ad esprimere un candidato che rappresentasse la discontinuità. Sconfitta ancora più pesante per l’assenza nella gara del Partito democratico, a Lonate Pozzolo in fuga ingiustificata dalle urne.
La conclusione di tutto ciò è che, mai come in questo periodo, la politica paga pegno alle proprie indeterminatezze e agli errori del recente passato. La lezione che arriva dalla pur piccola Lonate Pozzolo vale per l’intera nazione. Se è vero che è cambiato il mondo, che Lega e Cinque Stelle possono addirittura governare assieme nonostante tutto, è fuori di dubbio che nessuno è più disposto a passare sopra alle collettive disillusioni generate dalla politica e da suoi interpreti. Qualunque casacca essi indossino.

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