Dopo l’uragano giudiziario la Castellanza Servizi guarda ai Comuni della Valle

castellanza servizi frigoli cerini
Nella foto Livio Frigoli e Mirella Cerini

CASTELLANZA – Al posto della vecchia tagliafuoco ora c’è una porta di vetro a segnare l’ingresso nella sede della Castellanza Servizi e Patrimonio. Un cambio di serramento che è anche un simbolo del nuovo corso gestionale della società, che è finita al centro dello scandalo insieme ai suoi ex vertici e che ora ha quale parola d’ordine “trasparenza“. Che fa rima con l’altra parola chiave, “ripartenza“, scelta per segnare il punto zero di una società colpita per la (presunta) condotta illecita di alcuni suoi dipendenti e con un bel po’ di criticità da risolvere.

A illustrare un primo bilancio di quanto fatto, le linee programmatiche tracciate e i possibili scenari futuri sono stati Livio Frigoli, ovvero l’amministratore unico scelto dall’amministrazione per il “new deal” della società e il sindaco Mirella Cerini in una conferenza stampa ad hoc.

Ricomporre il puzzle

Il ciclone giudiziario ha messo in evidenza la conduzione un po’ naif della Castellanza Servizi e Patrimonio, la quale presentava una serie di carenze e mancanze. Che Frigoli ha provveduto a colmare in queste prime settimane di mandato: l’approvazione di un nuovo statuto, il potenziamento degli interventi per garantire la trasparenza degli atti e dei procedimenti, l’individuazione di una figura responsabile dell’Organismo di vigilanza, la nomina di un nuovo responsabile per la prevenzione della corruzione e l’approvazione del nuovo Piano anti corruzione.

Provvedimenti, legati in qualche modo ai reati contesti agli indagati e necessari per cambiare rotta sono stati presi anche in tema di personale e organizzazione. E in particolare   sono state introdotte nuove regole per le assunzioni e l’affidamento degli incarichi, è stata ripristinata la timbratura meccanica in farmacia, sono stati revocati i poteri e sospeso lo stipendio all’ex direttore Ramolini, sono state individuate nuove figure di consulenza e supporto e stata condotta a termine la procedura per un nuovo direttore operativo e sono stati sospesi i premi di produttività. Oltre alla revisioni delle procedure interne per l’affidamento dei lavori e dei servizi, per l’acquisto dei farmaci e del regolamento acquisti e forniture.

Società pubblica e patrimonio della città

Frigoli, nello spiegare il lavoro fatto fin qui, parla di punto zero. E non a caso. L’amministratore unico, infatti, più che guardare indietro indica l’orizzonte futuro. «Sono stato chiamato per ricoprire un ruolo tecnico e con un mandato ben preciso. Non spetta certo a me cercare e attribuire le responsabilità politiche o gestionali del passato. L’amministrazione mi ha chiesto di impostare il futuro di questa società, per far diventare la Castellanza Servizi e Patrimonio un valore aggiunto per tutta la comunità». Certo è che non si può buttare a mare quanto è stato fatto. E la ripartenza deve avvenire su quel che è lo stato dell’arte. «Vero – conclude Frigoli – infatti, dopo la ricognizione fatta abbiamo iniziato a pianificare e mettere in atto provvedimenti e interventi fissando alcuni paletti fondamentali. Ovvero: stiamo gestendo soldi pubblici dei castellanzesi, siamo una società pubblica e non siamo l’azienda della maggioranza che governa Palazzo Brambilla, ma di tutta la comunità».

I possibili scenari futuri

Linea condivisa con il sindaco Mirella Cerini la quale ha sottolineato «le grandi potenzialità della Castellanza Servizi e Patrimonio», la volontà di dare una rotta di navigazione più trasparenze e sicura, ma anche di ragionare «su come questa realtà possa crescere e tornare utile non solo per Castellanza, ma per tutto il territorio». Ed qui che sta la novità, alla voce “Forma societaria“, dove si dice “prioritaria la possibilità di estendere la platea dei soci”. Ed è proprio il sindaco a mettere sul tavolo il ragionamento che in Castellanza Servizi e Patrimonio si sta portando avanti.

«Credo che si debba prendere spunto dal fatto che la Csp agisce anche Agenzia della casa d’ambito. E che quindi davvero si potrebbe ragionare su un piano territoriale che vada oltre i confini della città per mettere in comune la gestione di altri servizi». Quelli strumentali per intenderci. E in questo caso si guarda ai Comuni della Valle Olona, dove sono attive, in alcuni casi, partecipate comunali. «E’ questa una prospettiva sulla quale bisogna ragionare e trovare un percorso condiviso – aggiunge Cerini – che se andrà in porta comporterà lo spaccatemento della Csp, la quale continuerà a gestire e valorizzare il patrimonio immobiliare e la nascita di una società a partecipazione pubblica in grado di garantire tutta una serie di servizi, dai tributi, alla gestione cimiteriale, alle manutenzioni degli impianti e del verde e altri e nella quale tutti i comuni potrebbero diventare soci».

castellanza servizi comuni valle olona – MALPENSA24