Edilizia, la ripresa parte dalle piccole imprese artigiane

Angelo Martines: meno burocrazia e apertura del credito alle famiglie. E’ tempo di ristrutturazioni per gli immobili anni Settanta e Ottanta

E’ noto da sempre: la ripresa del sistema economico riparte dall’edilizia. La crisi economica del 2007/2008 in Italia, esplosa appunto dieci anni fa e tutt’ora in corso per molti settori industriali, non ha risparmiato ovviamente il comparto edile. Anzi, secondo l’Ance, cioè l’associazione nazionale dei costruttori, l’edilizia è ancora in grosse difficoltà. Le grandi opere avrebbero dovuto dare un impulso per la ripresa, ma – come insegna in questi giorni la Tav, Torino-Lione – i governi non riescono a rilanciarle. Senza grandi opere l’edilizia non riparte e se non riparte l’edilizia l’intero sistema economico resta al palo.

Il problema non riguarda solo le grandi imprese, ma soprattutto le piccole imprese artigiane che sono il tessuto economico del nostro Paese. “La ripresa non c’è ancora” afferma Angelo Martines, proprietario insieme al papà della EdilMartines, due generazioni di artigiani che si sono dedicate alle ristrutturazioni nell’area di Gallarate e Busto Arsizio. “Le cause sono tre – spiega Martines – il blocco del credito alle imprese, anche a quelle artigiane, la diminuzione degli investimenti per le opere pubbliche, e le tremende lungaggini della burocrazia”. Queste ultime, afferma l’Ance, incide in modo intenso sulle piccole e medie imprese che rappresentano ben il 90% dell’intero settore. E proprio le semplificazioni sono l’ultima possibilità per far ripartire il settore. Del resto in 10 anni hanno chiuso ben 125mila piccole imprese edili in Italia, un numero che fa molto riflettere.

Angelo Martines, della EdilMartines

“Il mercato delle ristrutturazioni è il primo da far ripartire” prosegue Angelo Martines, che con la tipica impresa familiare (papà, figlio e un operaio) rappresenta la cellula di questo comparto industriale. “Moltissime residenze ed immobili sul nostro territorio sono stati costruiti negli anni Settanta e Ottanta e, dopo 40 anni, hanno bisogno di interventi di sistemazione che non possono essere rinviati”. Come fare? “Le banche dovrebbero innanzitutto aprire il credito alle famiglie: non servono enormi capitali per le opere di ristrutturazioni, ma finanziamenti di modesta entità che anche per le banche potrebbero risultare accettabili. Questo passo in avanti rimetterebbe in moto l’intero settore, consentirebbe a molte piccole imprese di ripartire e – con esse – il comparto edile”. Un’analisi che non lascia spazio a fraintendimenti.

Ma Angelo Martines evidenzia anche la complessità normativa che rende estremamente difficile, oggi, avviare un’opera edile. “Le procedure sono laboriose, le regole talvolta esagerate – afferma – e ciò è un ostacolo enorme non solo per le imprese ma anche per i cittadini”. Snellire la burocrazia significa dunque porre le basi per una ripresa, senza la quale, la crisi continuerà a mordere il sistema economico. In dieci anni sono rimasti senza lavoro ben 700mila fra muratori e operatori del settore e dei settori collegati all’edilizia. Forse è giunto il momento di fare inversione.