Elezioni a Villa Recalcati: il futuro del centrodestra nelle mani dei civici

varese villa recalcati

VARESE – Attenti a quei due, che ora possono davvero decidere le sorti dell’ente Provincia. E soprattutto del centrodestra, alle prese con una crisi di voti, certezze e, forse, anche d’identità. Se davvero, come si sussurra, inizia a essere affollata la lobby trasversale che spinge per fare corsa in solitaria alle prossime elezioni per misurarsi e contarsi. A partire, appunto, da Villa Recalcati.

La strana coppia

Di nome e cognome fanno Gianfranco Bottini e Marco Magrini: punti di riferimento dei civici, ovvero sindaci e amministratori senza partito e che, pochi o tanti che siano, contano. Certamente alle elezioni di secondo livello come quelle della Provincia, dove a pesare sono i cosìddetti voti ponderati. Ma anche dopo le ultime amministrative: insomma, contano oggi più di ieri. Perché se nelle precedenti elezioni del presidente della Provincia hanno di fatto determinato il colore della coalizione vincente, questa volta possono incidere sia sulla composizione del consiglio (determinando anche un ritorno del centrosinistra), sia sulle sorti del centrodestra.

Non è più un segreto, infatti, che la platea civica si sia allargata. E che tutte le anime “senza partito ma con la passione dell’impegno politico” abbiano iniziato a dialogare. Tra questi, i primi costruire a costruire “ponti” politici e a bocciare l’ipotesi del “listone” (quello che, per intenderci, ha permesso ad Antonelli di vincere due anni fa, ndr) sono stati proprio Bottini e Magrini.

Forza Italia, pazza idea

Come non è un segreto che a questo mondo civico, da un po’ di tempo, stia guardando con attenzione Forza Italia. E, con sospetto, la Lega e Fratelli d’Italia. La figura che potrebbe agire da trade union tra le due parti (civica e di partito) è Marco Riganti: consigliere provinciale con delega al Bilancio e uomo del dialogo in questi anni vissuti a Villa Recalcati. Riganti è inoltre al contempo uomo di provata fede forzista (seppur tiepido in questo momento), ma anche persona stimata negli ambienti civici. Una figura di garanzia per tutti coloro che in testa hanno un progetto politico centrista, o moderato che dir si voglia.

Al momento l’unica controindicazione sulla “exit strategy” di Forza Italia, che davvero potrebbe scompaginare, è Giacomo Caliendo, commissario provinciale, ma anche senatore che tenta di far valere la “linea romana“: ovvero tenere insieme le truppe.

Il dilemma della Lega

E’ chiaro che se Forza Italia in vista delle provinciali decidesse di giocare la partita con i civici, la Lega dovrà stare molto attenta alla strategia da adottare. E il dilemma del Carroccio sarà: fare di necessità virtù e mettere in piedi una lista a due con Fratelli d’Italia (e quindi puntellare un presidente che di fatto pende più della Torre di Pisa) oppure scaricare la colpa di aver abbandonato la nave sui forzisti e decretare un “liberi tutti”? Luino, Saronno (ma anche Legnano) hanno messo strizza a tutto il centrodestra. Tanto che Matteo Bianchi, segretario provinciale, va predicando un “volemose bene” che, più che attecchire, viene imposto sventolando lo spauracchio della sconfitta. Ma non è detto però che, alla fine, anche la Lega non abbia il suo tornaconto nel “tagliare la strada” che porta a Villa Recalcati al partito che le sta contendendo la leadership nella coalizione.

Dai Fratelli al figlio unico

Lo spezzatino del centrodestra sarebbe il piatto più indigesto per Fratelli d’Italia, che correrebbero a quel punto il rischio concreto di non riuscire a presentare una lista autonoma. Per farlo servono, infatti, un bel po’ di firme. Tante. Troppe, rispetto al numero di consiglieri eletti sui quali oggi possono contare i Fratelli (sono circa una trentina, e le firme necessarie sono 90). Forse anche per questo il partito coordinato da Andrea Pellicini è quello che spinge in maniera più convinta per il “listone”, che garantirebbe loro (per il calcolo dei voti ponderati) almeno un consigliere. Che così non lascerebbe il presidente Antonelli (eletto due anni fa da civico) da solo a sventolare il vessillo di partito.

L’ora X: venerdì 16 ottobre

L’incontro si terrà venerdì 16 ottobre. Al tavolo politico sono stati apparecchiati i posti per i segretari provinciali, il presidente Emanuele Antonelli e Marco Magrini. Ma non è detto che tutti gli invitati saranno presenti. C’è, infatti, chi è pronto a scommettere sull’assenza (tattica) del neo sindaco di Masciago Primo poiché, nel mezzo di geometrie politiche molto variabili, i civici sono quelli che hanno di fatto già impostato la rotta da seguire. Anche in beata solitudine.

Insomma, il problema è tutto politico e solo del centrodestra. L’ipotesi delle liste divise (anche solo per le provinciali) potrebbe avere lo stesso effetto della prima tessera che cade nel domino cinese. E dare vita a una reazione a catena che fa paura soprattutto a chi ha quale unico interesse mantenere lo status quo.

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