ELEZIONI AMERICANE 2020 Bye Bye Sanders, la sua corsa finisce qui

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Bernie Sanders ha deciso di mollare. E’ufficiale: esce dalla corsa alla nomination democratica per le Presidenziali di novembre.
Il ritiro arriva un po’ a sorpresa perché dopo le due sonore sconfitte, ormai di oltre un mese fa nelle primarie, Sanders sembrava voler giocare fino in fondo la partita con Joe Biden. Per la verità una partita già ampiamente indirizzata, dopo il ritiro di tutti gli altri competitor democratici, ma soprattutto dopo la tempesta abbattutasi del Coronavirus.
La prima avvisaglia di una resa di Sanders si poteva già cogliere nella giornata di martedì in Wisconsin, dove dopo mille rinvii e ricorsi la Corte Suprema dello Stato aveva deciso di far comunque svolgere le elezioni primarie. Sanders, che nel Wisconsin vinse le primarie contro la Clinton nel 2016, aveva comunicato ai suoi sostenitori di non andare alle urne perché non dovevano mettere a repentaglio la loro salute. Sicuramente un gesto responsabile, che però nascondeva già l’intenzione di chiudere qui la battaglia con Biden.

L’eredità di Sanders

La sfida ora è capire se e come le battaglie e le proposte di Sanders per abbattere le disuguaglianze sociali verranno raccolte da Joe Biden. Si discute da settimane della piattaforma programmatica democratica e su quali istanze concentrare l’attenzione mediatica nella campagna elettorale.
La sfida di Biden è raccogliere i voti di Sanders, i delusi e gli scontenti e tutti coloro che si aspettavano un cambio radicale dell’establishment democratico, e dall’altro salvaguardare i propri elettorali senza dare l’impressione di inseguire proposte radicali che poco piacciano al grande bacino elettorale dei moderati e dei conservatori repubblicani scontenti da Trump.
Sanders esce dalla sfida per la nomination ma non abdicherà al tentativo di influenzare il programma democratico, inoltre bisognerà vedere nel corso dei prossimi mesi se deciderà di appoggiare Biden e soprattutto con quali modalità. Tutti sono convinti che non basterà un semplice appoggio formale per convincere i sostenitori di Sanders a votare Biden, ma servirà qualcosa di molto più convincente che potrebbe anche prevedere il coinvolgimento personale del senatore del Vermont.

L’importanza della vicepresidenza

Biden ora deve avere la lungimiranza di scegliere un candidato alla vicepresidenza capace di intercettare voti che lui potrebbe non raccogliere. Già nelle scorse settimana Biden ha annunciato che avrebbe scelto una donna quale numero due in caso di vittoria. Con l’uscita di scena di Sanders salgono le quotazioni della senatrice Warren targata Massachusetts, spesso vicina alle posizioni di Sanders. Potrebbe essere lei a raccogliere i voti degli scontenti di sinistra.
Probabilmente la scelta della vicepresidenza verrà intrapresa in un’ottica ben più ampia, magari dopo aver individuato le figure chiave di una potenziale amministrazione Biden. La partita per ora è aperta.

E Trump?

Il comandate in capo continua la sua battaglia contro il Coronavirus e non pare molto interessato a quanto sta accadendo in casa democratica. Certo è che la crisi sanitaria e la devastante crisi economica che sta arrivando come uno tsunami sono i due veri banchi di prova per tastare la capacità di Trump di guidare il Paese, anche in chiave secondo mandato.

In settimana Trump ha dato dimostrazione di ascoltare  sempre gli umori dell’opinione pubblica americana, e infatti puntuali sono arrivate le dimissioni del Segretario alla Marina, il quale si era reso responsabile del licenziamento del comandante Crozier della portaerei Theodore Roosevelt. Corzier aveva denunciato i casi e il propagarsi del coronavirus all’interno del proprio equipaggio. Il licenziamento aveva fatto scalpore e aveva creato profonda indignazione nell’opinione pubblica americana e nelle forze militari. Perciò Donald Trump non ha perso tempo a fare in modo che il responsabile lasciasse il suo posto. E’ questo l’esempio plastico della gestione di Trump: “fuori i piantagrane”.

Il Coronavirus unisce

I temi elettorali restano comunque in secondo piano in questo momento. Basta sfogliare i quotidiani americani per capire la preoccupazione che aleggia negli States. Il dramma di New York e New Orleans sono solo la punta dell’iceberg di questa crisi sanitaria senza precedenti. Resta però chiaro che, anche in questa crisi profonda, la telefonata privata tra Biden e Trump di qualche giorno fa e l’accordo tra democratici e repubblicani in Senato dello scorso marzo, sono il segno tangibile che per uscire dalla crisi serve coesione e unità d’intenti.
Per la campagna elettorale ci sarà tempo.

Giacomo Iametti

Lo speciale Elezioni Americane 2020 ci accompagnerà fino al prossimo 3 novembre, giorno delle 59esime elezioni presidenziali nella storia degli Stati Uniti. Si tratta di un appuntamento settimanale a cura di Giacomo Iametti e Simone Cecere, creatori della pagina Instagram Elezioni Americane 2020 (CLICCA QUI per accedere), una striscia quotidiana di poco più di un minuto in cui, attraverso Stories, sondaggi, grafici e approfondimenti, viene raccontato tutto ciò che succede Oltreoceano nella corsa alla Casa Bianca.

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