Emanuele, stai sereno. Firmato, Paola

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Emanuele Antonelli e Paola Reguzzoni

Le annunciate dimissioni di Paola Reguzzoni, pasionaria leghista bustocca, dal consiglio comunale di Palazzo Gilardoni hanno generato una valanga di congetture. Lei non ha ancora spiegato che cosa la induce (indurrebbe) a un simile passo; in verità non ha ancora confermato se e quando lascerà la scena istituzionale, ma la sola anticipazione di una simile decisione ha messo in agitazione il centrodestra di Busto Arsizio e non solo.

Paola Reguzzoni è una figura imprescindibile della Lega cittadina. Col fratello Marco ha tenuto le fila della storica sezione di via Culin per un ventennio, differenziandosi spesso dalla linea ortodossa imposta dai vertici del Carroccio, persino dell’amico Umberto Bossi. Ma questo è un tema, seppure utile a inquadrare il presente, che ci porterebbe lontano dall’attualità. Un tema che parla di un solco forse insanabile tra lei e il sindaco Emanuele Antonelli, un ex aennino che oggi si dichiara civico ma gode della stima di Fratelli d’Italia, partito al quale è ideologicamente contiguo se non, addirittura, organico.

Ebbene, i trascorsi politici tra i due non depongono per un dialogo franco e costruttivo. La cronaca politica di questi ultimi anni è ricca di scazzi e impennate di rabbia tra Paola Reguzzoni e Emanuele Antonelli, che si sono dati battaglia fin dalle primarie per la candidatura a sindaco, senza esclusione di colpi. Lei, per contro, non si è mai sottratta alla polemica, quando c’era e c’è da criticare il primo cittadino o, banalmente, affermare il proprio pensiero sulle singole questioni. La condizione di zerbino di qualche vero o presunto potente non l’ha mai entusiasmata.

Da queste premesse nasce l’idea delle dimissioni. Si sostiene, una mossa per togliere al sindaco qualunque alibi rispetto a vecchi o possibili futuri fallimenti amministrativi. Dimissioni che, secondo alcune fonti, sarebbero motivate anche da veleni via social che, partiti dall’entourage del sindaco, avrebbero colpito Paola Reguzzoni negli aspetti più privati. Fossero verificate simili voci, sarebbero semplicemente episodi inqualificabili. Ma, appunto, sono soltanto voci.

Secondo altri, Paola Reguzzoni è intenzionata a farsi da parte in Comune per avere mani libere nel partito. Per dirla in un altro modo, per poter lanciare la controffensiva politica a Antonelli da una sponda più neutrale rispetto agli impegni e agli obblighi istituzionali. Un partito, la Lega, che, ad esempio, deve nominare il nuovo segretario provinciale in sostituzione di Matteo Bianchi, un leghista moderato che tiene le acque tranquille in quel di Busto e mira a evitare sconquassi. Paola Reguzzoni potrebbe lavorare in funzione di una segreteria più aggressiva, magari partecipandovi in prima persona. Obiettivo: impedire il secondo mandato amministrativo di Antonelli a favore di un candidato della Lega, in dissenso dalla supposta spartizione delle principali città del Varesotto all’interno del centrodestra. In buona sostanza: Varese e Gallarate alla Lega, Busto Arsizio a Fratelli d’Italia. Disegno che prevederebbe la riconferma dell’attuale primo cittadino di Palazzo Gilardoni.

Detto tutto ciò, ci riesce difficile ipotizzare una resa incondizionata di Paola Reguzzoni. Non ci sembra, conoscendola, che sia nel suo carattere. Offrendo a Antonelli e al suo cerchietto magico la propria testa avvalora l’idea che intenda sminare il clima istituzionale, ma dietro le quinte potrebbe preparare un trappolone politico col sostegno della maggioranza della sezione leghista locale, che non digerisce più gli atteggiamenti dispotici e accentratori del sindaco. Tattica con illustri precedenti: stai sereno, ma guardati le terga. Di finte bandiere bianche, sventolate ai quattro venti, trabocca la storia della politica nostrana. Appunto.

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