Fagnano, in consiglio Forza Italia tace e rinvia la resa dei conti al Castello

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FAGNANO OLONA – Un po’ come andare al cinema aspettandosi la proiezione di un film di guerra e poi ritrovarsi a vedere un documentario del National Geographic sulla vita dei conigli. Alla fine, il consiglio comunale delle tante assenze, convocato dalle opposizioni e andato in scena al Castello ieri sera, martedì 11 gennaio, si può riassumere così.

Il cambio solo all’ultimo momento della pellicola annunciata non è bastato a mascherare la frattura ormai conclamata in Più Fagnano. Forse ha contribuito a sancire, al momento, la vittoria politica di un sindaco, assente per forza maggiore, ma che alla fine, di riffa o di raffa, comanda, bacchetta e riporta all’ordine anche la parte recalcitrante di una maggioranza, che (nel suo insieme) comunque (ancora una volta) non ne viene fuori certo bene.

La regina

Elena Catelli la chiamano “La regina”. Non esattamente per carineria. Bensì per i modi (spesso) autoritari che hanno caratterizzato questo primo scorcio di mandato. Mesi di guerra, più che altro interna, che ieri sera avrebbe potuto esplodere in campo aperto. O meglio in una sala consiglio lasciata sguarnita dai fedelissimi del sindaco (Lega e Fratelli d’Italia), che a fronte della convocazione della seduta da parte delle minoranze se ne sono infischiati e si sono subito allineati al diktat del primo cittadino. Che aveva sentenziato con un primo messaggio in chat: “In consiglio non si va“. Ordine disatteso da Forza Italia, la terza costola di una maggioranza che, dopo la sbornia del successo elettorale, non ha mai preso a camminare con passo sicuro. Tanto che sono in molti a pensare: “Prima o poi (questa maggioranza) cade“. Forse più avanti, ma non ora.

Ieri sera, infatti, l’attacco alla corona si è clamorosamente sgonfiato e ora l’appellativo di “regina del Castello” per Elena Catelli assume altri contorni. Del resto non le manca nemmeno le scettro: è whatsapp. Già, perché è via chat che in questi giorni di assenza ha pilotato le mosse di una parte della maggioranza. Fino a mettere Forza Italia quasi spalle al muro. E gli azzurri, che si sono ribellati alla prima “bastonata” decidendo di presenziare in consiglio, si sono piegati alla seconda legnata del sindaco, ovvero a un altro messaggio di whatsapp, inviato tra lunedì e ieri, in cui ha dettato la linea per chi fosse andato in consiglio. Ovvero: “In mia assenza nessuno risponda alle interrogazione delle opposizioni“. E così è stato. Chapeau.

Il colonnello

A lui, a Giacomo Navarra, sarebbe toccato il compito di tirare la cannonata. Non poteva farlo Alessio Mannino, presidente del consiglio, preoccupato di sfangare una seduta che avrebbe potuto rivelarsi pericolosa come la giungla vietnamita ai tempi della guerra con gli Stati Uniti. E nemmeno a Gabriele Moltrasi, assessore solitario tra i banchi vuoti della giunta, pronto ad affrontare, davanti alle domande delle opposizioni, un’interrogazione in “tuttologia”.

Ma il colonnello ha scelto di cambiare l’arma d’ingaggio e di passare dal cannone alla cerbottana, con ago intinto di curaro. Tanto che il forzista “ha parlato a nuora (cioè alle minoranze) affinché suocera (la sindaca e gli assenti) intenda”. «La nostra presenza va letta come un atteggiamento di rispetto delle istituzioni e delle minoranze (in controluce: gli assenti, ovvero Lega e Fratelli d’Italia, sono irrispettosi ndr) e dimostra anche la nostra volontà di collaborazione con i gruppi di opposizione per il bene del paese». Ma il veleno, forse andato sprecato nei giorni scorsi tra incontri, ragionamenti e arrovellamenti di tutta Forza Italia, non è sufficiente.

Si aggiunga poi che è venuta fuori da un lato la decisione di non immolare il proprio assessore Moltrasi, non tanto alle domande delle minoranze, quanto all’ira della Catelli se avesse disatteso la linea e parlato in consiglio e dall’altro la richiesta ai proponenti (concordata prima del consiglio) di ritirare tutti i punti all’ordine del giorno. Insomma, niente piede pigiato sull’acceleratore di una crisi che è andata vicinissima all’esplosione e che, forse, è stata solo rimandata.

La strana coppia

Le minoranze, ben prima della maggioranza, hanno capito che per contare qualcosa bisogna fare squadra. E così i capigruppo di Siamo Fagnano – Marco Baroffio – e di Fagnano Bene Comune – Paolo Carlesso – hanno chiesto in sintonia (con anche i Cinque stelle) il consiglio, hanno definito una linea, smontato la tesi del complotto, ribadito la solidarietà al sindaco Catelli per il delicato momento personale che sta attraversando e… picchiato duro. Sulla diserzione ingiustificata di parte della maggioranza: «Nessun consigliere assente si è premurato di giustificare e motivare la propria assenza. Chi non c’è in consiglio non è degno di ricoprire il ruolo che i cittadini gli hanno conferito con il voto. E’ una vergogna», ha tuonato Baroffio, che dopo aver preso atto della evidente spaccatura di Più Fagnano è tornato a invitare i capi del vapore «ad andare a casa».

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Di atteggiamento «codardo» ha parlato Carlesso, il quale ha aggiunto: «Oggi Forza Italia ci chiede di ritirare interrogazioni e mozioni. Ma ci saremmo aspettati che questo invito fosse arrivato dal loro capogruppo Fabio Beltemacchi, assente anche alla riunione in cui avrebbe potuto avanzare questa richiesta. Che avremmo accettato». E ci si ferma lì. Siamo Fagnano e Fagnano Bene Comune portano a casa la loro vittoria politica: mostrare la debolezza di una maggioranza squinternata. E non vanno oltre, ovvero fanno slittare le interrogazioni al prossimo consiglio e guardandosi bene dall’assestare il colpo del ko. “Non spetta noi”, pensano, senza dirlo ufficialmente.

Lomi

L’unica mano che non si alza per votare il ritiro di tutti i punti all’ordine del giorno è quella del grillino Walter Lomi. Che vorrebbe discuterli. Lomi quindi mantiene la posizione oltranzista fino alla fine, ovvero «il consiglio è stato convocata quindi si diano le risposte che chiediamo» e tira un fendente non da poco alla comitiva di Più Fagnano. «A chi dice che questa convocazione non aveva senso, rispondo facendo notare che la stessa maggioranza aveva inserito all’ordine del giorno un punto da discutere per poi toglierlo. Segnale di grande confusione».

Del domani non c’è certezza

E ora? Si attende il consiglio del 27 febbraio, durante il quale la maggioranza non  potrà più sottrarsi dal rispondere alle interrogazioni e dovrà anche esprimersi sulla mozione legata al progetto dell’Elioterapica e che Forza Italia, ieri sera, avrebbe votato a favore.  Nel frattempo, da qui al prossimo consiglio, negli ambienti politici fagnanesi rimarrà acceso il dibattito. In Forza Italia, per capire se le strategia adottata è stata alla fine quella giusta. In Lega e Fratelli d’Italia, ora convinti del fatto che i berlusconiani, magari col broncio, ma alla fine si accodano sempre. Tra i gruppi d’opposizione, poiché di materiale per confermare fratture e divisioni tra chi governa ve ne è in abbondanza. E in attesa che Elena Catelli torni e, non va dimenticato, sciolga finalmente le riserve su un rimpasto di giunta piuttosto complicato. Oggi più di ieri.

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