MALPENSA – Si è concluso con un nullo di fatto il tentativo di conciliazione messo in atto oggi 29 aprile dal governo per trovare un accordo sulla realizzazione del collegamento ferroviario tra la stazione del Terminal 2 di Malpensa e la linea Milano-Domodossola all’altezza di Gallarate. Regione Lombardia spinge per realizzare l’opera, ma Parco del Ticino ed enti locali rimangono contrari. E’ in particolare il tema delle compensazioni a non convincere le realtà territoriali.
La conferenza dei servizi
A causa dell’emergenza sanitaria in corso, si è svolta in videochat la conferenza dei servizi convocata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri a seguito del ricorso presentato da Parco del Ticino sul collegamento ferroviario Malpensa Terminal 2 – Gallarate. Erano presenti anche i rappresentanti della Provincia di Varese e di Casorate Sempione, Comune interessato dal progetto per oltre l’80 per cento del tracciato. Il progetto, presentato da FerrovieNord, darebbe a Malpensa un secondo accesso ferroviario, per rendere più diretto e veloce l’accesso in particolare dalla stazione Centrale di Milano, ma l’opera avrebbe un enorme impatto sulla vasta zona di boschi e brughiera tra Gallarate, Casorate Sempione e Cardano al Campo. Motivo per cui il Parco del Ticino aveva presentato ricorso.
Costi e compensazioni
Il tentativo di conciliazione di oggi si è concluso con una presa d’atto da parte del Ministero che si è riservato di inviare un report della seduta a tutte le parti interessate. «Abbiamo ribadito la nostra posizione», spiega il consigliere del Parco del Ticino, Fabio Signorelli. «Abbiamo chiesto di poter ridiscutere le modalità di compensazione ambientale derivanti dalla realizzazione della infrastruttura. Così come impostate ad oggi non è garantita l’attuazione e la copertura economica necessaria».
L’ombra del Tar
La distanza tra le parti è enorme ed è rimasta tale, fa sapere al termine della videoconferenza l’assessore all’Urbanistica di Casorate Andrea Tomasini. «Regione Lombardia ha ribadito che per le compensazioni ambientali intendono utilizzare il metodo Strain, lo stesso utilizzato per Expo, noi abbiamo risposto che non è applicabile. Qui parliamo di oltre 4 ettari di verde che verrebbero sottratti dalla ferrovia».
A Casorate rimangono ora in attesa del report, che verrà inviato al Consiglio dei ministri per i provvedimenti del caso. Ma se l’iter dovesse andare avanti l’amministrazione guidata da Dimitri Cassani ribadisce la volontà di ricorrere al Tar per fermare il progetto su cui, all’unanimità, l’intero consiglio comunale si è espresso in modo contrario.
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