Bitcoin pagati con carta straccia a Gallarate: presa banda di truffatori

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GALLARATE – L’inizio delle indagini risale a poco più di un anno fa quando, a Natale, un cittadino indiano si è presentato al commissariato di polizia di Stato di Gallarate denunciando di essere appena stato derubato da due uomini. Dal racconto del 36enne indiano appariva subito chiara la tipica truffa “rip deal”. L’uomo aveva infatti raccontato di aver versato 3,24001 bitcoin sul portafoglio elettronico di due sedicenti cittadini italiani dietro la promessa di un cambio in contanti estremamente favorevole, ammontante a 14.900 euro.

Truffato due volte

Durante l’incontro, avvenuto a Gallarate, i truffatori sono riusciti effettivamente a convincere l’imprudente investitore mostrandogli il denaro pattuito per il cambio, ordinato in mazzette all’interno di una valigetta, poi rivelatosi carta straccia. Avvenuto lo scambio, l’indiano è stato frettolosamente invitato a scendere dalla vettura che aveva ospitato la transazione, una Citroen guidata da un terzo complice ma intestata ad un prestanome. Contattato nuovamente, pochi giorni dopo la prima truffa, con la promessa della restituzione del maltolto, al giovane indiano sono stati fraudolentemente sottratti ulteriori 10 bitcoin (60.000 euro circa all’epoca dei fatti), questa volta all’aeroporto di Linate.

Appuntamenti negli hotel intorno a Malpensa

Avviate immediatamente le indagini, condotte dagli uomini della Sezione Investigativa del commissariato di Gallarate e coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, si è riusciti ad individuare gli autori dell’episodio e a smantellare una vera e propria organizzazione composta da 4 uomini di etnia rom (3 italiani ed un tedesco) specializzata nelle truffe “rip deal”. Un secondo episodio è stato infatti riscontrato dagli agenti, vittima un italiano a cui sono stati sottratti 18 bitcoin (70mila euro circa all’epoca dei fatti) in un albergo nella zona dell’aeroporto di Milano Malpensa. Erano proprio le sale convegno degli alberghi nella zona dell’aeroporto di Malpensa, i luoghi privilegiati dai truffatori, che prenotavano sotto falso nome.

Soldi falsi per un milione e mezzo di euro

Le perquisizioni effettuate a carico degli indagati hanno suggellato l’ipotesi investigativa degli agenti che hanno rinvenuto tutti gli strumenti del mestiere: due valige contenenti banconote fac-simile prevalentemente da 100 euro, ma anche da 500 euro (per circa 1milione e mezzo di euro) e, molteplici stampe a colori da 1000 franchi svizzeri, due macchinette conta soldi ed anche uno smartphone utilizzato per comunicare con le vittime attraverso una chat Telegram. Tutti e quattro gli indagati dovranno rispondere del reato di truffa aggravata in concorso.

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