GALLARATE – La singolare draisina conservata al museo degli Studi Patri di Gallarate risale alla prima metà dell’Ottocento ed è uno degli esemplari più antichi presenti in Lombardia. Antenato della bicicletta, è un pezzo unico che ora verrà riportato agli antichi splendori grazie a “Restituzioni”, programma biennale di restauri ideato e curato da Intesa Sanpaolo.
Velocipede senza pedali
I dettagli sono stati illustrati questa mattina, 26 maggio, in conferenza stampa da Matteo Scaltritti e Massimo Palazzi, rispettivamente direttore e presidente del suggestivo spazio museale di via Borgo Antico. Tra reperti archeologici, tele del Rinascimento e busti risorgimentali c’è anche questo modello di laufmaschine. Composto da legno, metallo e cuoio, si tratta di un velocipede senza pedali ma dotato di sterzo che si utilizzava a spinta. E’ stata proprio la Soprintendenza a indicarlo per il restauro e poi Intesa Sanpaolo a inserirlo tra i 115 progetti in tutta Italia (unico in provincia di Varese) meritevoli di finanziamento. «Un doppio vaglio che è un doppio riconoscimento del valore di questo manufatto», spiegano i vertici museali.
Ingegneria ottocentesca
Proveniente dalle collezioni del conte Gian Domenico Oltrona Visconti di Lonate Pozzolo, Palazzi lo definisce «un’autentica e inimitabile testimonianza storica». Nella dettagliata ricostruzione che ha compiuto sottolinea l’eccezionale grado di autenticità del reperto, requisito estremamente raro nei velocipedi e nelle biciclette antiche, spesso soggette a piccoli interventi modificativi o a integrazioni di parti mancanti con accessori più recenti o riprodotti. L’esemplare di Gallarate risulta di particolare rilevanza nell’ambito delle produzioni ingegneristiche del primo Ottocento e non trova alcun precedente nelle raffigurazioni dei modelli pervenuti agli studiosi della materia.