FdI: «A Gallarate il candidato è della Lega. Ma non sciogliamo la riserva su Cassani»

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GALLARATE – L’attacco di Andrea Cassani a Margherita Silvestrini? Secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe De Bernardi Martignoni, «il sindaco ha detto semplicemente una cosa sacrosanta». Anche in questa occasione, dunque, il terzo pilastro dell’attuale maggioranza si dimostra fedele alleato del primo cittadino uscente. Ma nonostante ciò la destra di Gallarate continua a non sciogliere la riserva sulla sua ricandidatura la prossima primavera (o a settembre in caso le elezioni vengano rimandate a dopo l’estate causa Covid).

La riserva su Cassani

La ricandidatura di un sindaco uscente dovrebbe essere un fatto naturale, a meno che non sia lui stesso a tirarsi indietro (e non è questo il caso). Eppure Fratelli d’Italia temporeggia e Martignoni (nella foto insieme al commissario cittadino Salvatore Marino) dice di aver spiegato i motivi anche al sindaco di persona in un incontro avvenuto subito dopo Natale. «A livello personale non c’è nulla, ma ci sono dinamiche legate alla situazione provinciale che non ci consentono oggi di sciogliere le riserve», spiega il capogruppo. «Ho avuto un incontro con Cassani e gli ho ribadito queste cose. Se il ragionamento politico iniziato anche su Busto e Varese andrà avanti ,il candidato sindaco a Gallarate è della Lega. Se sarà Cassani vedremo. Ci sono delle logiche che non dipendono da Martignoni».

Due motivi

I motivi di tanto tentennamento sono due. Il primo Martignoni lo dice apertamente («La condicio sine qua non è avere Antonelli a Busto, perché se non passa saremo costretti a valutare altre soluzioni che personalmente non auspico»), mentre il secondo si racchiude in un frase rivolta a Cassani («nei suoi confronti stiamo a vedere cosa succederà in questi mesi») che ha bisogno di essere interpretata. Il riferimento non può che essere il processo legato all’inchiesta “Mensa dei poveri”, dove il sindaco di Gallarate risulta coinvolto pur in modo marginale e pur se i pm, in più di un’occasione, scrivono che è stato un ostacolo al sistema corruttivo creato anche in città da Nino Caianiello. Cassani però resta comunque indagato e rischia il rinvio a giudizio. Per questo l’atteggiamento di Fratelli d’Italia appare come una mossa per tenersi le mani libere in attesa di capire gli sviluppi giudiziari.

Una cosa sacrosanta

Il tema d’attualità a Gallarate però in città al momento non sono le alleanze elettorali, ma la frase che il sindaco ha rivolto alla sua (per ora) unica sfidante Margherita Silvestrini (Pd) durante la conferenza stampa di fine anno: «Gallarate è una città di centrodestra: Non credo che un candidato sindaco che frequenta campi Rom e Sinti sia un possibile candidato sindaco credibile per la nostra città». E’ un’uscita che ha creato un ampio dibattito, ma secondo Martignoni si tratta di un’affermazione sacrosanta: «Silvestrini è marcatamente un esponente del Pd, non facciamo giochetti con liste civiche che mirano a nascondere la sua appartenenza politica. E’ una candidata di sinistra che come assessore ai Servizi sociali nella giunta Guenzani per 5 anni ha fatto politiche di sinistra da noi sempre contestate. Hanno tralasciato completamente la questione sicurezza e su tanti temi sensibili hanno mostrato una certa tolleranza. Io i Sinti li rispetto, ma sono loro a non avere rispettato le leggi. Bene ha fatto dunque il sindaco a procedere perseguendo la legalità, fino ad arrivare allo sgombero».

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