Gallarate, il capogruppo della Lega in Senato difende Formigoni e attacca i “comunisti travestiti da prete”

romeo cassani lega

GALLARATE – Nel “salotto” di Andrea Cassani, sindaco di Gallarate che replica nell’atrio del municipio una serie di incontri sul modello della Versiliana (“Dialoghi gallaratesi”), siede, oggi sabato 16 marzo, Massimiliano Romeo. E’ il capogruppo della Lega a Palazzo Madama. Arriva sette giorni dopo Giancarlo Giorgetti, che ha aperto il ciclo di appuntamenti dedicati a esponenti del Carroccio, tutti i sabati fino al 13 aprile. A domanda risponde. Le domande le pone il padrone di casa, anche su questioni scomode, se si vuole, così che la mattinata trascorra veloce tra battute, aneddoti, riflessioni, autocritiche, ammissioni e giudizi taglienti. Due ore di botta e risposta in cui sono condensati mille e più temi, troppi, seppure tutti interessanti, tra passato e presente dell’esperienza politica del leghista monzese, 48 anni, prima assessore della città briantea, poi consigliere regionale con Formigoni e Maroni, infine senatore.
Una lunga carrellata che offre una serie di spunti destinati a far discutere. Sintetizziamone alcuni attraverso le risposte di Romeo, un modo per intuirne la personalità e l’impronta politica.

Stare in mezzo alla gente

“Gli amministratori pubblici devono stare in mezzo ai cittadini, frequentare il loro territorio di riferimento per conoscere, capire, ascoltare. Anche quando fioriscono le critiche contro di loro”.

Sistema elettorale

“Difficile tornare alle preferenze, bisogna cambiare la legge e a Roma ho l’impressione che non ci sentano. Certo, le candidature imposte dalle segreterie non sono il massimo, ma con i collegi uninominali, dove vince uno su tutti, gli elettori hanno modo di farsi un’idea del candidato a cui accordare il proprio voto. Sono in qualche modo invitati a conoscerlo e lui è obbligato a farsi conoscere e, appunto, a frequentare il suo collegio per intercettarne le istanze”.

Per Formigoni una condanna esagerata

Non credo che Roberto Formigoni meriti il carcere, così come stabilisce la sentenza a sua carico: doveroso riconoscere che ha fatto molto per la Lombardia. Ha sbagliato? Probabilmente paga di più di quanto meriterebbe. Colpa anche della legge spazzacorrotti che impedisce pene alternative anche a un uomo di oramai 70 anni e, soprattutto, è una legge retroattiva. Questa, benché l’abbia votata, trovo che sia ingiusta”.

romeo cassani lega

Riformare la Giustizia

“In Italia la Giustizia non funziona per nulla. Formigoni deve fare il carcere mentre ci sono delinquenti che se la passano liscia. Su questo argomento dobbiamo ancora lavorare molto”.

Nella Chiesa c’è confusione

“Sono un cattolico praticante. Mi si domanda spesso come si possa essere cristiani e seguire il “diavolo” Salvini. Tutte le domeniche, nella mia parrocchia, sono costretto a sorbirmi prediche sugli immigrati. Siamo seri: su 40mila profughi riconosciuti tali in Italia, solo 3200 hanno trovato un lavoro. Nel nostro Paese ci sono almeno 600mila stranieri: come possiamo aiutarli tutti? Credo che la Chiesa debba ritrovare lo spirito missionario: autare queste persone a casa loro”.

Cattocomunisti

“A volte ho l’impressione che ci siano preti che, più che sacerdoti, sono comunisti travestiti da preti”.

Autonomia regionale

“Girano pregiudizi e idee sbagliate sull’autonomia delle Regioni. Innanzitutto è contemplata nella Costituzione, e noi ci stiamo muovendo in linea con la Somma Carta. Per semplificare: l’autonomia significa governare bene il proprio territorio. Al Sud sono contrari? Diciamo che non è il Sud ad esserne contro, ma alcuni politici meridionali e sappiamo il perché”.

L’avanzare del civismo

“Nelle liste civiche ci sono molti riciclati della vecchia politica, personaggi che non trovano spazio altrove e si rifugiano nelle liste civiche. Che però possono anche essere una risorsa, dipende da come vengono formate. Alcuni partiti, a cominciare dal Pd, le usano per nascondere il loro simbolo quando il partito è in evidente affanno”.

Rimborsopoli

“Ci siamo fidati ingenuamente del sistema, peraltro normato da una legge del 1972. Poi è arrivato un magistrato che ci ha detto che quei soldi erano soldi pubblici e che non potevano essere usati per scopi privati. Molti di noi in consiglio regionale li hanno effettivamente utilizzati per scopi istituzionali, altri ne hanno effettivamente abusato. Oggi pago la mia ingenuità, mai però ho speso soldi se non per scopi appunto istituzionali. In primo grado mi hanno condannato, e questo mi pesa più di ogni altra situazione perché so di avere sempre agito in buona fede”.

Bossi, Maroni, Giorgetti, Salvini

Un aggettivo per ciacuno di loro. Bossi: incorreggibile. Maroni: razionale. Giorgetti: indispensabile. Salvini: comunista padano e instancabile,

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