I famigliari di Michele Valente alla rotonda di Gallarate: «Non meritava di morire così»

Gallarate Michele valente incidente

GALLARATE – Un mazzo di fiori, una preghiera, un lumino acceso, tanta rabbia e un dolore che non si può spiegare a parole. Anche questa mattina, 19 agosto, è stato un continuo via vai di persone in via Cappuccini. A distanza di due giorni dal tragico incidente che è costato la vita a Michele Valente, idraulico 33enne di Cardano al Campo, sul posto è voluto venire anche il padre, accompagnato dall’altro figlio e dagli zii. Che dicono: «Non meritava di morire così». 

L’autopsia 

Il corpo di Michele ancora non glielo hanno fatto vedere. La procura ha disposto il sequestro della salma oltre che dei due mezzi coinvolti, tanto che fino a quando non verrà effettuato l’esame autoptico non potranno essere fissati i funerali. E così il papà è voluto venire sul posto per vedere dove suo figlio ha perso la vita, la ringhiera deformata dall’impatto violentissimo e i segni sull’asfalto che raccontano quei drammatici istanti. Fino a due giorni fa era in Sardegna. «Ci eravamo sentiti la sera prima, ci chiamavamo sempre intorno alle 21», racconta. A quell’ora, invece, due sere fa ha ricevuto la chiamata di una dottoressa del Pronto soccorso di Varese. Michele era già morto e lui l’ha saputo così. 

Pieno di sogni 

I famigliari raccontano che negli ultimi tempi era felice e che il lavoro lo stava gratificando a tal punto che stava pensando di mettersi in proprio. «E’ stato stroncato da un destino ingiusto, ci manca già e ci mancherà sempre», dicono gli zii. Il fratello ha invece affidato il suo pensiero a un bigliettino lasciato tra i tanti fiori lasciati in via Cappuccini dagli amici e dai colleghi: «Sei stato speciale. Ti vorrei tanto abbracciare». 

La dinamica 

Proseguono intanto le indagini per ricostruire con esattezza quanto accaduto, anche se sulla dinamica ci sono ormai pochi dubbi. Valente proveniva da Cardano al Campo e quando era già all’interno della rotatoria è stato colpito dalla Fiat 500 che sopraggiungeva da sud, ovvero dall’uscita della superstrada. I segni della frenata sull’asfalto dicono che il 21enne a bordo si è accorto della moto soltanto al momento dell’impatto o pochissimi istanti prima. Il 33enne è stato sbalzato dalla sella ed è andato a sbattere contro la recinzione di un’abitazione privata, rimanendo incastrato. Sono stati i vigili del fuoco a liberarlo tagliando l’inferriata con un flessibile, quando ormai le sue condizioni apparivano già disperate. Michele avrebbe smesso di lottare poco dopo l’arrivo in ospedale a Varese. Sarà il magistrato a valutare eventuali profili di responsabilità, ma anche i famigliari di Valente si uniscono al coro dei residenti puntando innanzitutto il dito sulla conformazione della rotonda: «E’ troppo piccola e la gente va troppo veloce. Siamo qui da mezz’ora e per ben due volte le auto di passaggio hanno rischiato di scontrarsi. Bisogna far qualcosa per rallentare il traffico». 

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