Ospedale di Gallarate, l’appello dei malati: «E’ in pericolo la salute di tutti»

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A destra Giulia Quaglin

GALLARATE – L’11 dicembre del 2021 si diedero appuntamento davanti agli ospedale di Gallarate i malati di Parkinson, chi è affetto da sclerosi multipla, le famiglie di chi soffre di Alzheimer, di Sla e di altre patologie croniche che richiedono servizi di cura e di accompagnamento di prossimità. «Chiedevamo il ripristino di cure di accompagnamento e tutela delle persone più fragili». Un anno e mezzo dopo non soltanto è evidente che il loro appello è caduto nel vuoto, ma il depotenziamento del Sant’Antonio Abate è continuato inesorabile, tanto che che «oggi prendiamo atto che è in pericolo la salvaguardia del diritto alla salute per tutti». 

La fiaccolata 

Per questo motivo le associazioni e le cooperative del terzo settore invitano i cittadini di Gallarate e dei Comuni limitrofi a partecipare alla fiaccolata in programma domani sera 8 giugno alle 21 in piazza Giovine Italia. Il Sant’Antonio Abate è talmente in difficoltà da essere diventato un problema che riguarda tutti. E’questo l’allarme che lanciano alla vigilia dell’evento nella nota diramata da Giulia Quaglin dell’Associazione Parkinson (guarda il video in basso), referente organizzativo di una vasta rete che comprende tra le altre anche Aisla, Associazione Alzheimer, Aacssm e Avuls:  «Non solo sono compromesse le aree di cura della salute di cui noi abbiamo bisogno, ma sono diventate incerte le cure per tutti, anche le cure acute, dell’emergenza/urgenza. Non sfuggono all’incertezza le cure pediatriche. Interventi estemporanei, come le cooperative, offrono prestazioni ma non una organizzazione efficace e sicura dei servizi che può essere garantita solo da un consolidato lavoro interprofessionale». 

Le richieste

Per questo le associazioni, dopo i ridimensionamenti e le chiusure di questi anni, si mobilitano e sostengono gli operatori dei servizi sanitari per la difesa della salute di tutti, «per i nostri ospedali e per i servizi sanitari del nostro territorio», E spiegano: «I fatti, come l’ultimo l’intervento dell’assessore Bertolaso, confermano che siamo un’area disagiata che richiede provvedimenti speciali per garantire una risposta oggi». E «con preoccupazione», cinque «ovvi e indifferibili» interventi: la revisione del piano organizzativo della Asst Valle Olona, un cronoprogramma di progettazione strutturale e gestione operativa delle attività nelle diverse aree sanitarie ospedaliere e territoriali, il monitoraggio attento e la salvaguardia continuativa delle risorse e dell’operatività, una informazione continua e aggiornata dei cittadini sullo stato reale dei servizi e sulle condizioni per l’accesso e per il loro utilizzo; infine l’organizzazione di strutture di servizio locale tipo Dama (Disabled Advanced Medical Assistance) perché «oggi più che mai vanno tutelate le persone con disabilità e cronicità».

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